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Carlo Calenda, leader di Azione
«Chiedete a Calenda…», rispondono da Italia viva alla domanda su cosa farà il terzo polo nel Lazio, visto che lo stesso segretario di Azione aveva specificato che in caso di alleanza, di qualsiasi tipo e a qualsiasi latitudine, tra Pd e M5S, sarebbe saltato anche il matrimonio tra terzo polo e dem in sostegno ad Alessio D’Amato nel Lazio.
Già perché Renzi a stracciare l’accordo non ci pensa proprio, in primis perché i tempi sono ormai stretti (si vota tra meno di due mesi), e in secondo luogo perché D’Amato ha buone chance di vittoria contro un candidato di centrodestra che ancora non si vede. E che magari potrebbe essere ufficializzato domani dalla stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dal palco della festa per il decennale di Fratelli d’Italia in chiusura di comizio.
La triade che sta girando in queste ore, su esplicita richiesta di Forza Italia, è composta da Paolo Trancassini, Francesco Rocca e Fabio Rampelli, con il secondo un po’ più indietro degli altri due. Ma dopo l’accordo in Lombardia tra grillini e Pd si rifà viva l’ipotesi del campo largo anche nel Lazio, dove il Movimento 5 Stelle porta in dote una quantità di voti ben maggiore che sotto al Pirellone. Ma il presidente M5S, Giuseppe Conte, preferisce procedere passo passo e dunque oggi punta a ufficializzare il sostegno a Pierfrancesco Majorino con il voto online degli scritti.
«Ora siete voi ad essere chiamati ad esprimervi e decidere se questo percorso può essere allargato alle altre forze del centrosinistra che hanno condiviso i nostri punti qualificanti, ovviamente con maggiori chance di poter battere il centrodestra e voltare pagina, o andare da soli con minori chance di poter essere competitivi», spiega l’ex presidente del Consiglio in un video postato ieri sui social e sul sito del Movimento. Per poi definire le Regionali del 12 e 13 febbraio come «un appuntamento importante nella regione più popolosa d’Italia, locomotiva del Paese, ma anche per tutto il territorio nazionale perché veniamo da quasi
30 anni di governo di centrodestra e occorre voltare pagina perché le politiche di questo centrodestra, in particolare della giunta Fontana, si sono rivelate fallimentari, a partire dalla sanità».
Tra quelli che Conte definisce «punti qualificanti» ci sono la sanità pubblica, il no a nuovi inceneritori, la creazione di comunità energetiche a favore delle fasce più deboli della popolazione, le infrastrutture e il trasporto pubblico. «Nel nuovo corso - conclude il leader grillino - il M5S sarà intransigente e irremovibile per quanto riguarda gli obiettivi assunti con i cittadini, quindi, a scanso di equivoci: se mai dovessimo formulare una proposta e andare in coalizione, quei punti saranno il faro della nostra azione, altrimenti staccheremo la spina».
Nel frattempo l’ex presidente del Consiglio è tirato per la giacchetta niente meno che da Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e parlamentare dell’alleanza Verdi- Sinistra, che prova a fare di tutto perché anche nel Lazio si ricomponga il campo largo. «Auspico che anche nel Lazio si possa raggiungere lo stesso obiettivo e si arrivi ad un accordo per proporre una coalizione di centrosinistra, con i partiti che oggi governano la Regione compreso il M5S, per continuare a lavorare al governo della Regione sui temi della transizione ecologica, lotta al lavoro precario, incentivazione dei trasporti pubblici, stop al consumo suolo - spiega ammiccando ai temi da sempre cari al M5S. Una vittoria della destra porterebbe alla riduzione dei parchi e delle aree naturali del Lazio e a smantellare le politiche sull’economia circolare e la sanità pubblica: mi sento quindi di rivolgere un invito a Conte a riflettere in questa direzione».
Non solo. Bonelli illustra anche i «due motivi» per i quali Conte, ma evidentemente anche D’Amato, dovrebbero ripensarci. «Primo - dice - perché il M5S è in maggioranza al governo della Regione Lazio con due assessori e quindi sarebbe auspicabile continuare questa azione di governo; secondo, perché altrimenti consegneremmo alla destra la regione». Con buona pace di Calenda e del suo accordo con il Pd.