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«Qesto testo base era il miglior compromesso possibile, noi puntiamo a un sistema proporzionale con premio di coalizione e senza preferenze». Francesco Paolo Sisto, membro della Commissione affari costituzionali, chiarisce la posizione di Forza Italia, in questa concitata fase di avvio dell’iter per approvare la nuova legge elettorale.
Onorevole, la convince il testo base presentato dal presidente della Commissione affari costituzionali Mazziotti?
Non è il testo che ci piace, ma è il miglior testo base possibile e l’unico che potesse essere un punto di partenza neutrale. A noi non va bene, ma consente un’attività emendativa a tutti i gruppi, per provare a raggiungere i propri obiettivi.
Il Pd invece lo ha definito deludente...
Ma era naturale che il presidente della commissione, di fronte a proposte pervenute così diverse, scegliesse un testo base fondato sulla legge esistente, corretta con le indicazioni delle sentenze 2014 e 2017 della Corte Costituzionale e nel rispetto dell’auspicio del presidente Mattarella, che chiede di rendere omogenee le maggioranze di Camera e Senato. Il Pd, piuttosto, rifletta sulla sua barbara proposta.
Il testo presentato dal Pd è così inaccettabile?
Guardi, questo loro sistema tedesco “imbarbarito” toglie voti in maniera perversa, anziché dare premi di maggioranza.
Come fa a togliere voti?
Le faccio un esempio: se un partito prende il 20% ma non vince in nessuno dei collegi uninominali, quel 20% non viene diviso su tutti i collegi ma solo sulla metà, ovvero la parte di seggi distribuita in modo proporzionale. Risultato: il 20% varrebbe il 10% dei parlamentari. Una cosa assurda, ma soprattutto una mortificazione del rapporto tra elettore ed eletto. Quella del Pd è una proposta inguardabile, che dovrebbe far vergognare chi l’ha proposta, da un punto di vista di un rispetto minimo della democrazia.
E ora come si muoverà Forza Italia?
Noi abbiamo presentato una sola proposta, la bozza Brunetta, e su quella presenteremo emendamenti. Andiamo avanti con il nostro propor- zionale puro con premio di maggioranza alla coalizione che raggiunga il 40%, in linea con la sentenza della Corte Costituzionale. L’obiettivo è quello di avvicinare l’elettore all’eletto, per cui proponiamo candidati di macrocollegi e candidati di microcollegi uninominali all’interno dei grandi collegi.
Senza la possibilità per gli elettori di esprimere preferenze?
Noi siamo assolutamente contro le preferenze. Anzi, le riteniamo criminogene, aggravate dalla recente legislazione penale in materia, che lascia troppo spazio alle iniziative delle procure nel controllo della politica.
A che cosa si riferisce?
Si pensi, per esempio, al traffico di influenze e al voto di scambio politico- elettorale di matrice mafiosa. Ecco, la contestazione di fatti di questo genere, con un sistema elettorale che prevede le preferenze, avrebbe un terreno privilegiato.
E i lavori di commissione come procedono? L’iniziativa del Pd di presentare un nuovo testo ha complicato le co- se?
Il Pd ha provato a forzare il testo base, con l’ennesima prova muscolare in zona Cesarini. Mazziotti invece ha agito in coerenza con quanto aveva detto e noi abbiamo aderito a una versione istituzionale del testo base per evitare che il partito di maggioranza relativa, come troppe volte ci ha abituato, arrivi 5 minuti prima della fine pretendendo di imporre le proprie regole su tutto. Questa volta non ce l’ha fatta.
Qualche previsione sui tempi di lavoro?
Io credo che i dem proveranno a portare il testo in aula il 29 maggio e poi il 3 giugno, per provare il trucco di ridurre i tempi. Se si porta il provvedimento in aula in un certo mese non si possono contingentare i tempi, ma se slitta al mese successivo sì. Sono giochetti parlamentari che si usano per diminuire la possibilità di discussione.
Ma a chi giova?
Non al Paese. Noi abbiamo l’impressione che Renzi voglia fare di tutto per creare un incidente politico e andare a votare a novembre, con l’obiettivo di evitare al governo una manovra fiscale che sarebbe lacrime e sangue. La trovo una politica triste, con un Pd che vuole solo lucrare vantaggi ed evadere alle proprie responsabilità.
Ciò che ha stupito, in queste ore, è l’inedito asse Fi- M5S, contro quello di Pd e Lega Nord. Come si spiega?
Tra noi e i 5 Stelle non c’è alcuna comunanza nel merito, ma solleviamo un problema di metodo nel procedere a scrivere la legge elettorale. Sull’altro fronte, invece, ammesso che la Lega voglia essere fedelissima a Renzi, ricordo che nemmeno con questi numeri il Pd al Senato è in grado di far passare una legge.
Ma questo non frena il dialogo di Forza Italia con la Lega, per provare a costruire una coalizione di centrodestra?
Premesso che l’accoppiata Pd- Lega mi sembra difficilmente compatibile, io penso che le cose si chiariranno con gli emendamenti. Lì capiremo se esistono possibilità di dialogo con la Lega Nord, fermo restando che noi non arretriamo dal principio di un sistema proporzionale con premio di coalizione.
Una coalizione che prevede anche la Lega...
Il premio di coalizione serve ad evitare un falso ideologico: che senso ha un premio di lista al 40%, quando è chiaro che nessuno possa arrivarci? Noi in coalizione siamo già al 30- 31% e, teoricamente, con una Lega in forma, Berlusconi in campo e Fratelli d’Italia con la Meloni, possiamo aspirare alla vittoria. Lo stesso vale per il Pd, se cerca alleati nella sinistra di Pisapia. Ecco, mi sembra che il premio di coalizione sia la soluzione più leale nei confronti degli elettori.