«La folla che ti applaude è la stessa che ti inseguirà. E se c’è una regola eterna che riguarda Prima, Seconda e Terza Repubblica è che chi provoca le elezioni le perde». La sentenza dell’ex ministro Gianfranco Rotondi è senza appello: Matteo Salvini rimarrà intrappolato nel suo stesso gioco. E dalla crisi potrebbe nascere una nuova Costituente per le riforme di cui ha bisogno il Paese.

La crisi è ufficiale. Cosa accadrà adesso?

Chi provoca le elezioni le perde, è sempre stato così. Il centrodestra, per un anno e mezzo, ha chiesto a Salvini di tornare a casa e non l’ha fatto. Nel frattempo quello stesso centrodestra è diventato l’alternativa al governo. Il segretario della Lega ha sommato il consenso di quelli che erano contrari a quel governo a quello di chi era favorevole e di questi ultimi perderà i voti. E, di conseguenza, perderà quota.

I sondaggi sembrano dargli ragione, sbagliano?

Lui è molto abile, ma quando sali in vetta ad un abisso di popolarità così grande da perdere il contatto con la realtà e ti trovi davanti una massa plaudente, quello è il momento in cui fai l’errore. Così chi prima faceva la fila per i selfie poi ti correrà dietro. È capitato anche a Berlusconi e a Renzi.

Mattarella scioglierà le Camere?

Può farlo solo se constata che non vi è nessuna maggioranza. E siccome è un tipo notarile, farà tutte le prove necessarie. In caso di sfiducia a Conte, suppongo che Mattarella procederà ad affidare un nuovo incarico. È possibile che la mossa vada a vuoto, ma è anche possibile che si trovi una maggioranza.

Come?

Ci sono momenti in cui le coscienze si liberano e alleanze nuove si possano formare. Non escludo che possa passare da una scommessa politica più audace di quella che ha messo insieme Lega e M5s. Storicamente, i partiti nascono in Parlamento e non il contrario. Potremmo anche avere delle sorprese.

Pensa ad un’alleanza Pd- M5s?

Faccio un esempio: la riduzione dei parlamentari è nel programma sia del Pd sia di Forza Italia. Fatta così come si sta facendo, all’amatriciana, diventa una riduzione come mero dato di ragioneria. Ma si potrebbe pensare ad una legislatura Costituente che metta mano al numero dei parlamentari ma rafforzi anche l’esecutivo, con un semipresidenzialismo alla francese. Quando meno te lo aspetti la politica può mettersi a correre. Salvini pensa di aver ipnotizzato la gente con il suo messaggio bieco. Ma questo Paese ha ancora ampie fasce di società civile con le quali la politica di qualità può entrare in contatto. Può essere un’occasione storica.

Il Pd sembra spaccato su come procedere.

Zingaretti ha la tentazione di assecondare Salvini sul voto per dominare l’opposizione, liquidando i 5 Stelle. È uno schema che ricorda la Prima Repubblica, con la Lega al posto della Dc e il Pd come i comunisti. Ma Zingaretti sbaglia, perché Lega non è la Dc, non ha senso delle istituzioni. Basti ricordare l’esordio in politica di Salvini, quando negò la mano a Carlo Azeglio Ciampi. Ha sempre fatto strappi a tutte le convenzioni. Non è fascismo, ma non è il biglietto da visita raccomandabile per l’Italia e se assecondassero Salvini gli consegnerebbero il ticket per un ventennio

Salvini cercherà degli alleati?

Correrà da solo. Gli amici di Forza Italia sono illusi che per vincere qualche collegio in più li prenderà a bordo. Ma lui non si legherebbe le mani facendo alleanze prima di sapere chi gli elettori sceglieranno di mantenere in vita. Chi vive sarà suo alleato. Ed io auguro loro di non ricadere tra i casi umani affidati a Salvini. FI ha una grandissima storia di valori di libertà, garantismo e solidarietà cristiana, non è riducibile ad un cespuglio della Lega.

Qualcuno però dice che Berlusconi gli ha lasciato la porta aperta...

Berlusconi avrebbe ricadute negative anche sull’immagine di un’azienda con una grande tradizione di libertà e dignità, che sarebbe danneggiata dall’affiancamento ad un populista impresentabile.

Conte e Di Maio cosa faranno?

Conte esce bene dalla vicenda, perché il tradimento rende sempre ai traditi. Quanto a Di Maio, la bolla speculativa è stata punta e il M5s è a un bivio. O completa il percorso verso un profilo da classe dirigente o torna ai meet up, ma saranno di 10 persone. Non escludo che assieme alle due grandi forze europee, popolari e socialisti, possa evolversi con una politica di riforme. La Lega, invece, prima dice sì alla riduzione dei parlamentari e poi scappa. Che brutta figura.