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«Dai fai parlare prima i colleghi di Firenze, hanno un treno alle tre». Giorgio Varano è subissato di richieste del genere. Avvocato e responsabile Comunicazione dell’Unione Camere penali, ha ormai le sembianze di un Titano che regge sulle spalle il peso della “Maratona oratoria”, allestita dall’Ucpi “per la verità sulla prescrizione”. «Ma non mi possono dire alle due che hanno un treno alle tre...», sbotta lui con la penalista impegnata a perorare la causa della delegazione toscana. Avvocati da tutta Italia si affollano al gazebo voluto dal presidente delle Camere penali, Caiazza, davanti al Palazzaccio della Cassazione. Un’appassionata frenesia che fa da contrappunto agli isterismi della maggioranza di governo. Destinati, a quanto pare, a culminare in un atto definitivo: la disponibilità di Italia viva a votare la “prescrizione processuale” in arrivo dal Pd, anziché la legge Costa di Forza Italia.
Ci si deve arrivare con ordine. Prima si deve partire proprio dagli azzurri, accolti dagli avvocati sul palchetto degli oratori. Piombano a metà mattinata Gelmini, Mulè, Zanettin, e soprattutto lui, Enrico Costa, l’uomo del giorno. Il responsabile Giustizia di FI che ha depositato la proposta di legge/ bomba nucleare. Un solo articolo, abrogativo del blocca- prescrizione caro al M5S. Due giorni fa non è passata la procedura d'urgenza alla Camera, ma Zingaretti ha avvertito che «arriverà una proposta del Pd, se non si trova l’intesa con Bonafede per dare tempi certi ai processi». Di Maio ribatte che «la nostra prescrizione entra comunque in vigore il 1° gennaio». Ma le schermaglie, più che le chiacchiere, stanno a zero. Perché la legge Costa, anche senza corsia preferenziale, in Aula prima o poi ci arriverà. E Renzi ha detto che «senza l’intesa» auspicata da Zingaretti, «noi di Italia viva voteremo la legge Costa». C’è la bomba nucleare, dunque, e pure quello pronto a pigiare il pulsante rosso.
E così tutto è nelle mani dell’ex premier. Che però sa bene come votare una legge di Forza Italia sarebbe già di per sé un cataclisma. Figurarsi abrogare del tutto la norma Bonafede: governo a casa un minuto dopo. «In realtà», spiega un parlamentare renziano che ha avuto modo di parlarne con il leader, «l’esecutivo attuale non viene da un patto politico di prospettiva: quindi se, per scongiurare il blocca- prescrizione, bisogna che il governo finisca, vorrà dire che finirà». Eppure votare la legge Costa è, per Italia viva, un’extrema ratio.
Continua il parlamentare vicino a Renzi: «Se davvero il Pd depositasse in tempi fulminei alla Camera una proposta di legge che preveda la prescrizione processuale, noi saremmo ben disponibili a sostenerla». È l’ipotesi che cambia tutto. «Sarebbe una soluzione ottima, che farebbe passare in secondo piano l’ipotesi di votare la legge Costa, abrogativa della norma Bonafede».
La ragione è presto spiegata dal parlamentare Italia viva, che mostra come nel suo partito sia stata condotta un’analisi tecnica approfondita sul punto: «Il Pd dice, e confidiamo che faccia sul serio, di voler introdurre un limite temporale per l’appello, e per la Cassazione, oltre il quale il processo si estingue. Soluzione efficace in quanto sanzionerebbe la cattiva qualità della giurisdizione.
Non si tratterebbe più di ragionare sul tempo entro cui è il reato a estinguersi, tempo calibrato sulla gravità della fattispecie, ma di sancire un limite temporale unico, fisso, entro il quale la giurisdizione è obbligata, almeno in fase d’appello, a dare una risposta. Ecco, sarebbe una norma in grado di completare quella sull’avocazione da parte della Procura generale in caso di mancato esercizio dell’azione penale da parte del pm. Una risposta all’inefficienza» . Tutto chiaro. Italia viva è pronta.
«Ma il presupposto è che, oltre a noi e al Pd, ci sia l’esplicita e chiara disponibilità dei 5 Stelle a convergere su una soluzione del genere. O almeno, che ci sia la disponibilità dell’opposizione». Presupposto non a portata di mano, per così dire. Ma neppure impossibile. Nota un altro parlamentare di Italia viva, sempre su richiesta di riservatezza: «Non è alle viste un vertice con Bonafede. E il decorso del tempo preoccupa eccome. Certo, votare una legge del Pd sulla prescrizione processuale sarebbe una soluzione».
Bisognerà fare i conti proprio con la disponibilità di FI. Ieri in forze al gazebo dei penalisti, dove oggi arriverà proprio la delegazione di Italia viva, guidata da Maria Elena Boschi. Sempre oggi Emma Bonino radunerà una parte dell’opposizione in una conferenza stampa al Senato, con un’argomentazione mediaticamente incisiva: «Il fine processo mai è intollerabile anche perché la Corte dei conti ci dice che gli indennizzi per l’irragionevole durata ammontano a 340 milioni di euro». Hai visto mai che metterla sullo spreco possa aprire una breccia persino nella granitica linea dei 5 Stelle.