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Scomparsi, dimenticati dalle cronache giornalistiche e dalla polemica, consegnati ad un’estate dove sembravano essere il principale argomento della politica, i migranti sono di nuovo al centro dell’attenzione. Per le partenze dalla Libia, ricominciate in grande stile, ancora una volta per i gommoni alla deriva e le morti in mare. Una realtà che naturalmente ha superato le statistiche sul calo degli sbarchi, e così dopo 3000 vittime in mare dall’inizio dell’anno è ancora “emergenza”. La scorsa settimana circa 1800 persone salvate, molti i minori. Sabato 400 arrivati a Salerno su una nave spagnola con a bordo anche 23 donne nigeriane morte. Ieri poi, un fatto che getta probabilmente pesanti ombre sulla strategia del Ministro degli Interni Marco Minniti: la cooperazione con la guardia costiera libica e la limitazione delle Ong. Intorno le ore 7.00 antimeridiane la nave Sea-Watch 3, dell’omonima organizzazione umanitaria, ha ricevuto una chiamata del coordinamento di Roma della Guardia Costiera (MRCC). A nord di Tripoli un gommone stava affondando in acque internazionali lanciando un messaggio di soccorso. La Sea-Watch 3 è arrivata quasi in contemporanea con una pattuglia della Guardia Costiera libica. Mentre la Ong iniziava le operazioni di salvataggio i libici hanno iniziato a prendere a bordo i migranti picchiandoli e minacciandoli. Si è scatenato il panico, in molti si sono gettati in mare per raggiungere la Sea-WatchSecondo le testimonianze dell’equipaggio della Ong, la motovedetta libica è partita a tutta velocità compiendo manovre pericolosissime. Un elicottero della Marina Militare italiana è dovuto intervenire per impedire ulteriori manovre mortali. Almeno 5 persone sono morte durante l'affondamento del gommone, tra cui un bambino piccolissimo.Si tratta di un fatto gravissimo che potrebbe aprire nuovo scenari. Il capo della missione della Sea-Watch, Johannes Bayer, ha affermato: «nessuno avrebbe dovuto morire oggi se solo avessimo avuto la possibilità di operare ragionevolmente in un ambiente calmo. Invece di coordinare l'operazione di soccorso con le navi presenti, come una nave della Marina Francese, i libici hanno cercato di portare il maggior numero possibile di persone in Libia». «Queste morti devono essere addossate alla Guardia Costiera libica che ha ostacolato un salvataggio sicuro con un comportamento brutale. La responsabilità è anche dell'Unione Europea che addestra e finanzia queste milizie. Agiscono nella volontà dell'Unione europea. Infine, i governi devono trarre conclusioni da questo incidente e fermare la collaborazione con i libici. L'Ue deve smettere di considerare il controllo delle migrazioni al di sopra dei diritti umani! ».Opposta la versione libica che accusa la Sea-Watch 3 di essersi rifiutata «di ascoltare le istruzioni della guardia costiera di allontanarsi dalla scena causando la morte di un numero di migranti illegali facendo scendere due gommoni come se fossimo in una gara, nella confusione totale tra i migranti. Infine ha ostacolato gli sforzi dell'equipaggio della pattuglia per salvare tutti i migranti e recuperare i corpi».