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In un Sudamerica travolto da pesanti e spesso sanguinose proteste in molti Paesi, all’Uruguay per ora risparmiato dalle piazze tocca invece andare alle urne per scegliere il presidente e la guida politica del Paese. Ma non è detto che anche qui arrivi qualche scossone. Il Paese infatti è da tempo governato dalla sinistra che si è presentata a queste elezioni con una certa convinzione di vincere, o almeno come favorita nonostante l’affiorare di alcuni dubbi.
Ora in vista del ballottaggio di domenica la possibilità di un cambio di scenario si fa sempre più concreta. Secondo gli ultimi sondaggi infatti il candidato dell’opposizione di centrodestra Luis Lacalle Pou è in vantaggio sul presidente uscente Daniel Martinez di sinistra. Lacalle Pou, esponente del Partido Nacional, è dato dalle rilevazioni al 51 per cento, Mentre il candidato Martinez leader del Frente Amplio al Governo è stimato al 43 per cento.
Un sei per cento parla di incertezza, scheda bianca o nulla, e in un Paese di tre milioni di abitanti ogni piccola variazione può cambiare il risultato. Al primo turno era stato il presidente uscente Martinez a finire in vantaggio con il 38,6 per cento, inseguito da Luis Lacalle Pou che era fermo al 28,2 per cento. Ma conta il bacino di riferimento, e al centrodestra afferiscono anche gli elettori liberali del Partito Colorado Il cui candidato ha preso il 12 per cento e ha dato il suo appoggio a Lacalle Pou) e la destra nazionalista del Cabildo Abierto ( che con Guido Manini Rios si è classificato quarto con il 10 per cento e anch’esso ha dato indicazioni di voto per Lacalle Pou).
Il candidato del centrodestra a sua volta ha promesso che se vincesse metterebbe su un governo di coalizione con queste altre forze affini.
C’è poi un elemento che dovrebbe essere tenuto in considerazione: la sinistra di Frente Amplio governa ininterrottamente da 14 anni, mentre in Sudamerica le ultime elezioni hanno rovesciato tutti i governi i carica. La destra ha vinto in Brasile e in Bolivia, la sinistra in Argentina. Una regola dell’alternanza che sembra governare il pendolo dei cambiamenti politici del continente.
La voglia di contestazione è la stessa che in modo ben più grave invade le piazze in altri paesi. Cosa questo porterà nelle urne elettorali dell’Uruguay lo si saprà solo quando verranno aperte le urne elettorali.