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Il Parlamento europeo si spacca sui migranti, aprendo una crepa anche nel governo italiano, con le opposte posizioni di M5s e Pd. L’oggetto del contendere è stato la risoluzione sulla ricerca e salvataggio dei migranti nel Mediterraneo, che tra le altre cose invitava gli Stati membri a mantenere i porti aperti alle navi delle Ong.
Una proposta che non ha superato il vaglio dell’Eurocamera, raccogliendo 288 sì - quelli di Socialisti e democratici con dentro il Pd, la stragrande maggioranza dei Liberali, la Gue ed i Verdi -, 290 no e 36 astensioni. E tra queste ci sono quelle degli eurodeputati del M5s, che si sono tirati indietro - con la benedizione di Roma - dopo il mancato appoggio della maggioranza all’emendamento che chiedeva il rispetto, oltre che delle convenzioni internazionali, anche delle altre leggi applicabili e, quindi, anche del Decreto Sicurezza bis, voluto da Matteo Salvini. Decreto sul quale il capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, nelle scorse settimane, era stato irremovibile: «non si tocca», aveva giurato.
Per molti si è trattato di un emendamento “anti- Carola Rackete”, la capitana tedesca della Sea Watch che nei mesi scorsi ha forzato il blocco della Guardia Costiera a Lampedusa, facendo sbarcare i 43 naufraghi a bordo senza autorizzazione. Un’insinuazione respinta dai grillini, ma concretizzatasi nei fatti, dal momento che la linea del Movimento - che sembra quella voluta anche dal ministro degli Esteri - ha sancito la vittoria della linea della stragrande maggioranza del Ppe ( con Forza Italia), delle destre sovraniste di cui fa parte la Lega e dell'Ecr, dove siede Fratelli d'Italia. Gli europarlamentari grillini, però, si sono giustificati parlando di un testo «vago e polarizzato» e, pertanto, non risolutivo.
La risoluzione, che tra le prime righe richiamava le Convenzioni di Ginevra, delle Nazioni Unite sul diritto del mare, quella internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare e quella internazionale sulla ricerca ed il salvataggio marittimo, serviva, tra le altre cose, per impegnare il Consiglio e la Commissione a mantenere «porti aperti alle navi, comprese le navi delle Ong, che hanno effettuato operazioni di salvataggio intendono far sbarcare i passeggeri». Ma anche a «potenziare le operazioni proattive di ricerca e soccorso fornendo una quantità sufficiente di navi e attrezzature specificamente dedicate alle operazioni (...) lungo le rotte sulle quali possono contribuire efficacemente al salvataggio di vite umane».
«Un’occasione persa», ha commentato l’europarlamentare grillina Laura Ferrara, secondo cui gli emendamenti presentati dal M5s avrebbero restituito «concretezza e ambizione» ad un testo altrimenti approssimativo. E invocando da parte del Parlamento europeo «segnali politici forti e chiari», ha rispedito al mittente l’accusa di aver elaborato un emendamento anti- Carola, richiamando «il rimando esplicito al rispetto della Carta dei diritti umani e delle leggi e convenzioni internazionali» contenuto nel testo presentato dal M5s.
Per Ferrara, dunque, è stata «una sconfitta per tutti». Mentre a esultare c’era la Lega, che si è subito intestata la vittoria. Il testo, ha sottolineato l'eurodeputato leghista Marco Zanni, presidente del gruppo Id, è stato bocciato «grazie alla posizione determinante della Lega e del gruppo Identità e democrazia ( Id)». Un testo, ha aggiunto, «anti Salvini e pro trafficanti di morte in mare», che avrebbe dato «il via libera agli sbarchi, che a quanto pare piace molto al Pd che ha votato a favore della risoluzione» e che per la Lega è invece «inaccettabile».
E a ruota Salvini: «Schiaffo alla maggioranza delle poltrone Macron- Pd- 5Stelle- Renzi. L’Europarlamento ha bocciato una risoluzione per spalancare i porti alle Ong. Vittoria della Lega e dell’Italia: non perdoniamo chi infrange le nostre leggi, vuole riempirci di clandestini e ha messo a rischio la vita dei nostri finanzieri come fatto da Carola Rackete».
La posizione del M5s ha fatto impennare il malcontento in casa Pd, a partire da Matteo Orfini. «Non mi stupisce, inseguire Salvini sul suo terreno è sempre stata la loro specialità - ha scritto su Twitter -. Lo dico a chi insiste nel proporci di costruire con loro un nuovo centrosinistra: aprite gli occhi». E per il presidente dei senatori dem, Andrea Marcucci, l'astensione del M5s «segnala un problema rilevantissimo. Non credo che sia possibile costruire un'alleanza con un movimento che ha una posizione sostanzialmente molto simile a Salvini su una questione determinante come quella dei salvataggi e dei soccorsi nel Mediterraneo».