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Alla fine la delegazione di parlamentari del Pd è salita a bordo della Sea Watch, per chiedere lo sbarco immediato dei 47 migranti bloccati da giorni a largo di Siracusa, dopo il divieto imposto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’autorizzazione è arrivata dopo l’ordinanza della Capitaneria di Porto, con la quale domenica è stato interdetto alla navigazione il tratto di mare fino a un miglio dalla nave, per evitare problemi sanitari e di «ordine pubblico». Ma dopo una riunione in prefettura, è arrivata l’autorizzazione alla missione dei dem, tra i quali Maurizio Martina, Matteo Orfini e Davide Faraone. «I campi in Libia sono un inferno che non finisce mai, ci hanno detto i migranti sulla Sea Watch ha twittato Orfini dopo la visita - Ora stiamo facendo l'elezione di domicilio perché a quanto pare siamo indagati per essere saliti sulla nave». Nonostante l’autorizzazione, dunque, la magistratura si starebbe muovendo contro i parlamentari.
A bordo, intanto, si rischia un’emergenza sanitaria: su tre bagni, due sono già inutilizzabili, mentre il terzo sta per raggiungere la saturazione, in un punto in cui i rifiuti non possono essere scaricati. Ma la nave non sarà sequestrata, come chiesto da Salvini al procuratore Fabio Scavone. Secondo il ministro, il capitano avrebbe violato le leggi dirigendosi verso l'Italia, anziché verso la Tunisia. Ma da una prima valutazione del procuratore, ex ufficiale della Marina, «il comandante ha scelto la rotta per lui più sicura». Nessun reato, dunque. Ma sul tavolo del procuratore - che ha aperto un fascicolo senza notizie di reato - potrebbe arrivare anche l’esposto del deputato Faraone, secondo cui Salvini starebbe reiterando il reato di sequestro di persona già contestato per il caso Diciotti. A bordo sono bloccati anche 13 minori, per i quali il tribunale e il Garante per l’infanzia Filomena Albano hanno chiesto lo sbarco immediato.
I migranti «sono ostaggio di una condizione incredibile», ha affermato Martina. «Non si può gestire questa vicenda come il terzo tempo di una campagna elettorale - ha aggiunto - Non c'è nessun decreto di chiusura dei porti italiani». Ma per Salvini «salvare vite umane significa bloccare le partenze - ha evidenziato Quelle donne e quei bambini, che per la verità non ci sono sulla Sea Watch, non devono essere messi in mano agli scafisti». Sulla questione è intervenuto anche il Garante dei detenuti Mauro Palma, che ha parlato di «illecita detenzione», chiedendo l’immediato sbarco, a tutela dei diritti dei migranti, privati della libertà oltre il limite massimo di 96 previsto dalla legge. Una violazione, ha segnalato, che esporrebbe l’italia a «possibili responsabilità penali» anche in sede internazionale.