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Ora che il taglio dei parlamentari è stato definitivamente approvato, col voto concesso vomitando da Pd e LeU e addirittura con la macchietta di Giachetti che prima vota e poi annuncia raccolta di firme per il referendum che dovrebbe cancellare la riforma che ha appena votato, dovrebbe rapidamente essere approvata la nuova legge elettorale. Era questo l'accordo stretto nei vertici che in agosto hanno costruito questo governo.
Del resto proprio la necessità di evitare elezioni con una legge che pareva fatta apposta per consegnare i pieni poteri a Salvini era stata brandita, subito dopo l'apertura della crisi, come motivo fondamentale per evitare le elezioni immediate. In quei vertici era stato anche concordato quale legge avrebbe sostituito il Rosatellum: proporzionale, con soglia di sbarramento da definirsi ma non stratosferica.
Nulla di scritto naturalmente, solo un ' patto tra gentiluomini'. Infatti anche il vertice di maggioranza che ha preparato il voto plebiscitario a favore del taglio dei parlamentari, pochi giorni fa, si è concluso con l'impegno a presentare la proposta di nuova legge elettorale entro dicembre. Insomma il Rosatellum avrebbe già un piede nella fossa.
A chiacchiere. Appena formatosi il governo e tanto più dopo la scissione di Renzi l'intera maggioranza si è trovata concorde sulla necessità d rinviare il varo della nuova legge quanto più possibile, essendo opinione comune che un attimo dopo l'approvazione della legge partirà il conto alla rovescia e la sorte del governo ri- Conte sarà decretata. Se anche la proposta di legge fosse davvero presentata a dicembre, la successiva discussione sarebbe lunghissima.
Ma non sarà così. La proposta di legge non sarà presentata o lo sarà per finta: una pezza messa lì per non fare pessime figure ma senza crederci nemmeno un po'. La pessima abitudine di valutare doti e difetti di un modello elettorale a seconda del previsto vantaggio elettorale ( di solito poi smentito dalle urne) non è certo tramontata. Anzi è più egemonica che mai. Solo che al momento quel calcolo della convenienza a breve è impossibile. La situazione è in movimento e in divenire. Bisogna aspettare e del resto essendo la legge vacante unica vera rete di protezione del governo meglio così per tutti. Una mano, del resto, la dà anche la proposta di referendum avanzata dalle 8 Regioni leghiste e che consiglia di rinviare sino al responso della Corte sull'ammissibilità o meno del quesito.
In agosto il proporzionale sembrava il modello miglio- re per impedire al centrodestra di trasformarsi in asso pigliatutto. Per Pd e 5S, inoltre, l'ipotesi di presentarsi al voto in coalizione pareva remota e comunque destinata a sottrarre voti a entrambe le formazioni. Molto meglio dunque un proporzionale con soglia di sbarramento alta, per concentrare i consensi sui partiti maggiori, e poi, se possibile, allearsi e recuperare l'attuale maggioranza dopo il voto, strada percorribile solo con un sistema proporzionale.
In poco più di un mese il quadro è radicalmente cambiato. L'eventualità di affrontare le urne in coalizione non è più un tabù per il Pd e per i 5S. Bisogna però verificare la risposta degli elettori e a questo servirà la raffica di elezioni regionali in calendario di qui alla fine della prossima primavera. La nascita di Italia Viva ha avuto un impatto anche più profondo: ora sia il Pd che i 5S devono fare i conti col ' nemico interno' oltre che con quello ' esterno'.
Il proporzionale è precisamente ciò di cui Renzi ha bisogno per poter conquistare, anche con una percentuale di consensi limitata, un potere di condizionamento comunque enorme. Il modello sul quale ' i gentiluomini' si erano trovati d'accordo meno di un mese e mezzo fa è diventato quindi tanto poco gradito che persino LeU, partito proporzionalista come nessun altro, mira oggi a una legge ' di stampo proporzionale'. Cioè a una legge proporzionale con quota maggioritaria del 25%, una sorta di Mattarellum rovesciato.
Essendo l'attuale legge, il Rosatellum, proprio un proporzionale con un terzo di quota maggioritaria la differenza sarebbe in realtà ben poca cosa. Il potere di ricatto di Renzi sarebbe vanificato perché se anche scegliesse di far cadere il governo per impedire il varo della legge, come fece Mastella nel 2008, dovrebbe poi votare con una legge quasi identica ma per lui un po' peggiore, quella attualmente in vigore.
Neppure questa strada, però, può essere imboccata subito. Bisogna prima valutare il costo della coalizione Pd- M5S ne rispettivi elettorati e attendere il responso della Corte sul referendum leghista, elementi che, entrambi, riporterebbero di corsa in auge il proporzionale con sbarramento al 5%. Ma con clama, seOra che il taglio dei parlamentari è stato definitivamente approvato, col voto concesso vomitando da Pd e LeU e addirittura con la macchietta di Giachetti che prima vota e poi annuncia raccolta di firme per il referendum che dovrebbe cancellare la riforma che ha appena votato, dovrebbe rapidamente essere approvata la nuova legge elettorale. Era questo l'accordo stretto nei vertici che in agosto hanno costruito questo governo.
Del resto proprio la necessità di evitare elezioni con una legge che pareva fatta apposta per consegnare i pieni poteri a Salvini era stata brandita, subito dopo l'apertura della crisi, come motivo fondamentale per evitare le elezioni immediate. In quei vertici era stato anche concordato quale legge avrebbe sostituito il Rosatellum: proporzionale, con soglia di sbarramento da definirsi ma non stratosferica. Nulla di scritto naturalmente, solo un ' patto tra gentiluomini'. Infatti anche il vertice di maggioranza che ha preparato il voto plebiscitario a favore del taglio dei parlamentari, pochi giorni fa, si è concluso con l'impegno a presentare la proposta di nuova legge elettorale entro dicembre.
Insomma il Rosatellum avrebbe già un piede nella fossa.A chiacchiere. Appena formatosi il governo e tanto più dopo la scissione di Renzi l'intera maggioranza si è trovata concorde sulla necessità d rinviare il varo della nuova legge quanto più possibile, essendo opinione comune che un attimo dopo l'approvazione della legge partirà il conto alla rovescia e la sorte del governo ri- Conte sarà decretata. Se anche la proposta di legge fosse davvero presentata a dicembre, la successiva discussione sarebbe lunghissima. Ma non sarà così.
La proposta di legge non sarà presentata o lo sarà per finta: una pezza messa lì per non fare pessime figure ma senza crederci nemmeno un po'. La pessima abitudine di valutare doti e difetti di un modello elettorale a seconda del previsto vantaggio elettorale ( di solito poi smentito dalle urne) non è certo tramontata. Anzi è più egemonica che mai. Solo che al momento quel calcolo della convenienza a breve è impossibile. La situazione è in movimento e in divenire. Bisogna aspettare e del resto essendo la legge vacante unica vera rete di protezione del governo meglio così per tutti.
Una mano, del resto, la dà anche la proposta di referendum avanzata dalle 8 Regioni leghiste e che consiglia di rinviare sino al responso della Corte sull'ammissibilità o meno del quesito.In agosto il proporzionale sembrava il modello miglio- re per impedire al centrodestra di trasformarsi in asso pigliatutto. Per Pd e 5S, inoltre, l'ipotesi di presentarsi al voto in coalizione pareva remota e comunque destinata a sottrarre voti a entrambe le formazioni. Molto meglio dunque un proporzionale con soglia di sbarramento alta, per concentrare i consensi sui partiti maggiori, e poi, se possibile, allearsi e recuperare l'attuale maggioranza dopo il voto, strada percorribile solo con un sistema proporzionale.In poco più di un mese il quadro è radicalmente cambiato.
L'eventualità di affrontare le urne in coalizione non è più un tabù per il Pd e per i 5S. Bisogna però verificare la risposta degli elettori e a questo servirà la raffica di elezioni regionali in calendario di qui alla fine della prossima primavera. La nascita di Italia Viva ha avuto un impatto anche più profondo: ora sia il Pd che i 5S devono fare i conti col ' nemico interno' oltre che con quello ' esterno'.
Il proporzionale è precisamente ciò di cui Renzi ha bisogno per poter conquistare, anche con una percentuale di consensi limitata, un potere di condizionamento comunque enorme. Il modello sul quale ' i gentiluomini' si erano trovati d'accordo meno di un mese e mezzo fa è diventato quindi tanto poco gradito che persino LeU, partito proporzionalista come nessun altro, mira oggi a una legge ' di stampo proporzionale'. Cioè a una legge proporzionale con quota maggioritaria del 25%, una sorta di Mattarellum rovesciato.Essendo l'attuale legge, il Rosatellum, proprio un proporzionale con un terzo di quota maggioritaria la differenza sarebbe in realtà ben poca cosa.
Il potere di ricatto di Renzi sarebbe vanificato perché se anche scegliesse di far cadere il governo per impedire il varo della legge, come fece Mastella nel 2008, dovrebbe poi votare con una legge quasi identica ma per lui un po' peggiore, quella attualmente in vigore.Neppure questa strada, però, può essere imboccata subito. Bisogna prima valutare il costo della coalizione Pd- M5S ne rispettivi elettorati e attendere il responso della Corte sul referendum leghista, elementi che, entrambi, riporterebbero di corsa in auge il proporzionale con sbarramento al 5%. Ma con clama, nza fretta, le elezioni non ' possono' attendere. Devono attendere.