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Cade la regola dell'omertà e la sorpresa è arrivata una volta terminata l'udienza, mentre la corte stava per lasciare l'aula. Il boss corleonese Salvatore Riina h afatto sapere tramite il suo legale che risponderà alle domande di avvocati e pubblici ministeri, nel processo sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia. Il pm Nino Di Matteo - dopo aver concluso la lista testi - aveva chiesto la disponibilità degli imputati ad essere ascoltati. La Corte aveva fissato un termine (venerdì 3 febbraio) per comunicare formalmente la disponibilità. Poi il "colpo di scena" da parte dell'anziano "capo dei capi" che, seppur in barella e collegato in videoconferenza, ha sempre partecipato al processo in cui è imputato per minaccia a corpo politico dello Stato.
La Corte d'assise - presieduta da Alfredo Montalto - non ha ancora stabilito una data ma sarà la prima volta che il padrino corleonese si sottoporrà all'esame dei magistrati. Nonostante questo, però, difficilmente potranno esserci svolte eclatanti nel processo che punta a far luce sul presunto patto tra i boss mafiosi e parte delle istituzioni. Il processo Stato-mafia vede 10 persone al banco degli imputati tra mafiosi, pentiti (Giovanni Brusca, Massimo Ciancimino), ex politici (Marcello Dell'Utri e Nicola Mancino) ed ex ufficiali dl Ros dei carabinieri ma solo Riina ha accettato di rispondere in aula.