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La circolare del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che prevede per tutti i detenuti l’obbligo di spegnere la televisione e la radio a mezzanotte, ha creato una prima problematica. Il caso ha voluto che domenica scorsa, in seconda serata, è stato trasmesso su Rai1 il film di Fabio Cavalli sul “Viaggio nelle carceri della Corte Costituzionale”, e così, con lo spegnimento della tv, i detenuti non avrebbero potuto vedere il resto del film.
Il condizionale è d’obbligo, visto che il professore ordinario di Filosofia e Sociologia del diritto e fondatore de “L’altro diritto” Emilio Santoro, ha inviato sabato scorso un messaggio al capo del Dap Basentini per chiedergli di emanare una disposizione affinché diano la possibilità ai reclusi – compresi quelli al 41 bis - di terminare il film, prima di spegnere la televisione. La lettera è stata resa pubblica su Facebook da Rita Bernardini del Partito Radicale con l’intento di creare un tam - tam social, in maniera tale da far arrivare il messaggio a tutti gli addetti ai lavori.
«Ho realizzato solo ora – scrive il professor Santoro al capo del Dap - che domani sera (domenica, ndr), in seconda serata, su Rai 1, andrà in onda il film che documenta il viaggio nelle carceri della Corte costituzionale. Se ho capito bene sarà trasmesso nell'ambito di speciale Tg1 che inizia alle 23.15: durando il filmato quasi un'ora e mezza, causa l'assurda circolare che impone lo spegnimento del televisore, per tutti, alle ore 24 i detenuti si vedranno interrompere il filmato a metà».
Continua sempre Santoro: «In attesa di discutere sulla legittimità della circolare (casomai davanti ad un magistrato di Sorveglianza) puoi dare a tutte le direzioni la disposizione che domani facciano terminare il programma prima di spegnere le televisioni? Sarebbe un incredibile paradosso interrompere la visione e sarebbe uno sgarbo istituzionale senza precedenti verso la Corte». E conclude: «Se ci avevi già pensato perdonami per questo messaggio se invece non ci avevi pensato, consenti che a vedere il filmato siano anche i detenuti in 41bis».
È stato dato seguito a questa raccomandazione? L’unica cosa certa è che nelle carceri di Milano, tutti i detenuti hanno avuto la possibilità di vedere l’intero film, senza interruzione alcuna. Questo grazie al neo garante locale dei detenuti Francesco Maisto che, come primo atto da garante, si è assicurato ciò. «Spero sia così in tutte le altre carceri – dichiara Maisto -, nonostante la recente Circolare del Capo del Dap che limita gli orari serali». Francesco Maisto è stato nominato garante dei diritti delle persone private della libertà il 4 giugno scorso.
Lo ha nominato il sindaco Giuseppe Sala al termine di un percorso di selezione pubblica dedicato a profili di indiscusso prestigio e di chiara fama nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani e attività sociali. Tutte qualità che appartengono a Maisto, già presidente del tribunale di sorveglianza di Bologna.
Esperto di droga e di criminologia clinica, autore di libri, il suo nome è legato soprattutto alla nascita della legge Gozzini, quella del 25 ottobre 1986, la quale entrando nel nostro ordinamento penitenziario, creò una rivoluzione dal punto di vista culturale. È stato per dieci anni giudice di Sorveglianza a San Vittore negli anni di piombo, negli anni delle rivolte. Ha lavorato anche al Tribunale dei minori di Milano e al Tribunale di Napoli, dove è stato il giudice istruttore nel processo contro i Nap, un'organizzazione terroristica di estrema sinistra italiana.