AvvocaturaDietro l’attacco di Travaglio c’è la moltitudine dei giustizialisti che nelle chiacchiere da bar chiedono al penalista “ome fai a difendere un criminale sapendolo tale?”. O peggio, quelli che minacciano di morte il legale dei cosiddetti “mostri”, le persone accusate di reato odiosi come stupro e pedofilia. Ebbene, con la sentenza che vieta il visto di censura nella corrispondenza fra chi è al “carcere duro” e il suo legale, la Corte costituzionale intona uno straordinario inno alla funzione suprema della professione forense