PHOTO
Udienze rinviate? Colpa degli avvocati. A dirlo, «senza alcun intento polemico», è la sezione veneta dell’Associazione nazionale magistrati, che ha replicato alle accuse dell’avvocatura di Padova, che nei giorni scorsi aveva lamentato il «sostanziale azzeramento dell'attività di udienza». Ma la giustizia, in Veneto, secondo la giunta dell’Anm - composta dal presidente Vincenzo Sgubbi, dal segretario Raffaella Marzocca e dai consiglieri Roberto Terzo, Silvia Ferrari, Caterina Zambotto, Alberto Barbazza e Roberto Piccione -, non si è fermata mai, nemmeno durante il lockdown. Se molti processi vengono rinviati, dunque, la colpa non è dei magistrati ma dipende «in larghissima parte» dal «mancato consenso dei difensori alla celebrazione dei processi in presenza e anche in modalità da remoto, nonostante fossero stati siglati con gli Ordini degli avvocati di quasi tutti i Circondari appositi protocolli», come riporta il Gazzettino. Se, dunque, una responsabilità c’è dipenderebbe dalla «scarsa disponibilità dei difensori» a svolgere «processi che si sarebbero potuti altrimenti celebrare». Insomma, prevalentemente dipenderebbe dal no, secco, ai processi da remoto. Che l’attività giudiziaria sia andata avanti per l’Anm è un dato di fatto, dimostrato dai dati relativi ai provvedimenti definiti: nella Fase 1 sono stati 754 i provvedimenti emanati dalla Corte d'Appello, 922 i procedimenti civili definiti dal Tribunale di Venezia nelle Fasi 1 e 2 e 293 le sentenze penali. A Padova sono 1200 i provvedimenti del Tribunale nella Fase 1, mentre quello di Verona ha depositato 614 sentenze nello stesso periodo, con 3.019 procedimenti e 738 sentenze da maggio a oggi, definendo 3.253 procedimenti, il Tribunale di Rovigo, tra Fase 1 e Fase 2, ha definito oltre 900 procedimenti, mentre nella Fase 1 il Tribunale di Belluno ha definito oltre 200 procedimenti. A ciò si aggiungono le 264 sentenze penali depositate dal Tribunale di Vicenza, le 314 sentenze penali emesse dal Tribunale di Treviso e i 2911 provvedimenti definitori firmati dal Gip di Venezia. Numeri che parlano chiaro, secondo l’Anm, che ha manifestato «l'auspicio che l'attività giudiziaria possa riprendere al più presto a pieno regime, in condizioni di sicurezza sanitaria per tutti».