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Centellinate con sapienza, quasi ci fosse un disegno mediatico-giudiziario, le intercettazioni dell'ex presidente dell'Anm Luca Palamara continuano a inondare i giornali e ad avvelenare la magistratura. Lo spaccato è quello di una sorta di guerra tra bande finalizzata alla conquista dei posti di potere: le poltrone delle procure. L'ultima riguarda il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che Palamara, nel corso di una telefonata con alcuni colleghi, definisce decisamente poco equilibrato: "Purtroppo è un matto vero", dice. E poi:«Però va fermato, non può continuare così». Parola durissime che, di certo, attizzeranno ancor di più il già rovente clima all'interno della magistratura italiana. E sulla questione interviene anche Matteo Salvini, anche lui oggetto delle attenzioni del "clan" di Palamara: “Sapere che certi 'magistrati' (Palamara e soci) volevano fermare sia me che il bravo procuratore antimafia e anti-‘ndrangheta Nicola Gratteri mi fa arrabbiare, ma mi dice anche che stiamo facendo entrambi un ottimo lavoro contro i criminali. Per me è una medaglia. Avanti tutta! P.S. ma qualcuno si dimetterà mai?”.