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«Quelle intercettazioni sono illegittime». A dirlo sono i legali dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara - Roberto Rampioni, Mariano e Benedetto Buratti - al termine dell’udienza di ieri davanti al Gip di Perugia sulla trascrizione delle intercettazioni telefoniche che rappresentano il fulcro dell’inchiesta per corruzione a carico dell’ex magistrato, rinviata al prossimo 30 luglio.
Entro quella data, hanno affermato i legali, «valuteremo se fare ulteriori eccezioni rispetto a un tema noto, ovvero che riteniamo del tutto illegittime le intercettazioni parlamentari, e decideremo su altre eccezioni che abbiamo già proposto sia dinanzi al Csm che dinanzi alle Sezioni unite». In particolare, i difensori contestano le intercettazioni registrate tra Palamara e gli onorevoli Cosimo Maria Ferri e Luca Lotti, ex ministro del governo Renzi, nella serata dell’8 maggio all’hotel Champagne, che «non possono essere considerate casuali perché Ferri era da mesi nel perimetro delle indagini che avevano ad oggetto anche gli accordi tra Unicost e Magistratura Indipendente per la nomina del Procuratore di Roma», hanno spiegato i legali. «Questo imponeva di richiedere una preventiva autorizzazione della Camera dei Deputati - hanno evidenziato - unico organo allo stato istituzionalmente preposto a decidere come previsto dall’articolo 68 della Costituzione».
Benedetto Buratti ha spiegato ai giornalisti che ieri «non si è entrati nel merito, abbiamo posto sul tavolo una serie di questioni e il giudice ci ha concesso un termine per poter valutare in maniera integrale tutte le questioni da porre in una procedura incidentale, che è dedicata proprio a questo. Dopo questa udienza, superate o meno queste eccezioni, valuteremo quali intercettazioni trascrivere e quali no». Il difensore dell’ex magistrato si è detto «soddisfatto dell’esito dell’udienza. Il giudice ci è sembrato molto accondiscendente -ha aggiunto - rispetto alle nostre richieste difensive».
Tra le questioni da affrontare ci sono appunto le intercettazioni dei colloqui di Palamara e Ferri, deputato di Italia Viva, e l’ex ministro Lotti. «Per noi sono inutilizzabili in netta violazione della normativa costituzionale sui parlamentari cui sarà competente a decidere il Parlamento stesso - ha spiegato Buratti - ci riserviamo di farlo anche davanti al giudice di Perugia». L’accusa aveva chiesto la trascrizione di circa un centinaio di conversazioni, alcune delle quali realizzate attraverso il trojan installato sul cellulare dell’ex presidente dell’Anm.
Il giudice non ha invece accolto l'istanza della difesa di Palamara - che il 21 luglio si troverà davanti alla Sezione disciplinare del Csm - di rinviare l'intera udienza e non ha rinvenuto mancanze nel materiale audio messo a disposizione dei legali del magistrato (ora sospeso dalle funzioni e dallo stipendio) come questi avevano sostenuto con la stessa istanza. «Riteniamo violata la Costituzione» hanno aggiunto i legali. Sono un centinaio le intercettazioni telefoniche, oltre a quelle realizzate con il trojan, delle quali la procura di Perugia ha chiesto la trascrizione nell'ambito dell'inchiesta. «Riteniamo che non ci sia stato messo a disposizione tutto il materiale intercettato, specie quello con il trojan» aveva inoltre spiegato mercoledì l'avvocato Benedetto Buratti.