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Sono 5.460 i bambini che negli ultimi due anni sono stati separati dalle proprie famiglie al confine con il Messico e trattenuti nei centri federali dell’immigrazione.
Il dato, fornito dall’American Civil Liberties Union, un’associazione di volontari che si occupa di immigrati, parte dal luglio 2017. Molti di questi, dopo un ordine del tribunale, si sono potuti riunire alle famiglie, ma non è sempre facile ritrovare le famiglie, perchè il governo federale, secondo i volontari, «non avrebbe messo in atto adeguate forme di tracciabilità dei genitori».
Fino al 26 giugno dell’anno scorso erano stati 1.556 i bambini sottratti alle famiglie, una volta superato il confine in modo illegale, e poi riassegnati ai genitori dopo l’intervento del giudice federale di San Diego. Ma per ritrovare le famiglie i volontari dell’American Civil Liberties Union hanno dovuto avviare una ricerca porta a porta in Guatemala e in Honduras. Tra i bambini trattenuti per un anno, ha precisato l’avvocato Lee Gelernt, legale dell’associazione, 207 avevano meno di cinque anni: di questi cinque avevano meno di un anno, 26 un anno, 40 due anni, 76 tre e 60 quattro anni. «È scioccante questa situazione - ha spiegato il legale - le famiglie hanno sofferto in modo traumatico questa situazione, molte ne stanno pagando ancora le conseguenze».
Secondo i dati dell’associazione, sarebbero quasi quattromila i minorenni stranieri che hanno subito il trauma della separazione nell’ultimo anno. Una conseguenza evidente della politica di “tolleranza zero” nei confronti dell’immigrazione voluta dalla Casa Bianca.