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Le prime crepe nel governo gialloverde sono sull’argomento più delicato, l’immigrazione. Da una parte il presidente della Camera Roberto Fico, espressione della sinistra del M5s, ha assicurato il supporto dello Stato a chi fa solidarietà. Dall’altro il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha rilanciato l’accusa alle ong, «taxi del mare», prendendosela soprattutto con Malta, che ha rifiutato l’aiuto alla Sea Watch, da quattro giorni per mare con a bordo 232 migranti. Solo ieri, dopo giorni di tentativi, Roma ha dato l’autorizzazione all’approdo in Italia, che avverrà questa mattina a Reggio Calabria. Il primo sbarco dell’era Salvini, dunque, sarà nella terra in cui è stato eletto e dove adesso il tema dei migranti è caldo più che mai. Il ministro ha parlato da Como, dove si è recato per dare «solidarietà agli ennesimi autisti di mezzi pubblici aggrediti dagli ennesimi richiedenti asilo» e rimandando a giorno da stabilire la visita in Calabria, dove è stato ucciso il sindacalista maliano Soumayla Sacko. Da lì ha criticato il codice di condotta per le ong del suo predecessore Marco Minniti. «Non è con quel regolamento che si può intervenire in maniera efficace - ha detto -. Stiamo lavorando sul fronte di queste ong, alcune delle quali fanno volontariato, altre fanno affari. C’è un preciso disegno al limite delle acque territoriali della Libia per fungere da taxi». Fico, invece, nelle stesse ore ha incontrato una delegazione di Medici senza frontiere, prendendo la strada opposta. «Chi fa solidarietà - ha affermato - ha tutto il supporto dello Stato. Lo Stato deve essere vicino a chi soffre, ai più deboli, a chi viene considerato ultimo. La loro sofferenza è la mia sofferenza, la loro ricerca di dignità è la mia ricerca della dignità. Non solo sul tema dei migranti, ma sulle sofferenze in generale, dei diritti». Aggiungendo che «anche nel Mediterraneo vanno supportate le persone e le organizzazioni che aiutano gli altri». Ma soprattutto, in Calabria, alla tendopoli di San Ferdinando, dove Sacko viveva con un regolare permesso di soggiorno, ci andrà prima Fico che Salvini. E ieri c’è stata la visita dei parlamentari Pd Gennaro Migliore, Enza Bruno Bossio, Massimo Ungaro, Antonio Viscomi, dei senatori Teresa Bellanova e Ernesto Magorno e del parlamentare europeo Andrea Cozzolino, capeggiati dal presidente del Pd Matteo Orfini. «Siamo qui anche per chi sarebbe dovuto esserci e non c’è - ha affermato Orfini -. Matteo Salvini non è solo indegno del suo ruolo, è disumano».
Ieri, intanto, il presunto killer di Sacko, il 42enne Antonio Pontoriero, si è presentato davanti al gip per l’udienza di convalida del fermo, negando ogni addebito. Secondo l’accusa Pontoriero avrebbe sparato per “difendere” la zona dell’ex Fornace di San Calogero, posta sotto sequestro per l’interramento di rifiuti pericolosi e che, senza alcun effettivo diritto, considerava sua, tanto che lo scorso 5 maggio alcuni suoi familiari avevano allertato i carabinieri lamentando le intrusioni da parte di migranti.