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«È giunto di nuovo il tempo di combattere, di avere fiducia, combattere per cambiare le cose», ha detto Nicola Zingaretti a "Tutta un'altra storia". E il cambiamento inizia con la modifica dei Decreti Sicurezza dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il segretario lo afferma a Bologna, promettendo di battersi per fare lo ius culturae e lo ius soli. «Chiederemo con i gruppi parlamentari che si metta in agenda lo ius culturae e lo ius soli come scelta di campo del Pd - spiega -. Vogliamo che si rivedano i decreti Salvini che accrescono la paure e le insicurezze degli italiani». Ma tra gli obiettivi c'è anche quello di approvare una legge l'equo compenso per i giovani professionisti e un'altra per la parità di salario fra donne e uomini. «La parità di salario tra uomini e donne è un obiettivo - sottolinea -, non serve per mettere una bandierina con una intervista sui giornali. Ci vuole serietà e non comizi se vogliamo cambiare l'Italia». E manda anche un messaggio a Giuseppe Conte e al governo, che non viene messo in discussione: «Io lo dico al presidente del Consiglio Conte: prepariamo una nuova agenda per questo governo, figlia degli accordi ma anche delle esigenze dell'Italia. Noi ribadiamo una scelta di sperimentare le alleanze - spiega -. Quando dicono "non vogliamo un accordo storico", mi fanno sorridere. Io dico solo che non si governa fra avversari politici. E quando dico "vocazione unitaria" parlo ai leader, ma soprattutto alle persone che ci guardano. Governiamo per l'Italia e non per accrescere noi stessi dando picconate alla coalizione. Ma non premettemmo che altri picconino la coalizione». La polemica è con Matteo Renzi. «Chi tra gli alleati ci attacca per proprio tornaconto scava la fossa per se stesso e per tutto il centrosinistra italiano perché il Pd sarà sempre il pilastro di ogni risposta alla destra risorgente, autoritaria e xenofoba», aggiunge. «Abbiamo tentato, sorprendendo tutti, di rompere insieme una maledizione: essere troppo spesso schiacciati dalle polemiche e dalle liti tra di noi o dal silenzio per non litigare. Invece abbiamo scelto di aprire una ricerca, discutere», aggiunge. Ma fonti M5s fanno emergere un po' di malumore per le parole di Zingaretti. «C'è mezzo paese sott'acqua e uno pensa allo ius soli? Siamo sconcertati. Preoccupiamoci delle famiglie in difficoltà, del lavoro, delle imprese. Pensiamo al paese, già abbiamo avuto uno che per un anno e mezzo ha fatto solo campagna elettorale. Noi vogliamo pensare a lavorare», sottolineano. Ma subito arriva la replica dell'ex ministro della Giustizia e vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. «A molti esponenti dei 5Stelle sembrerà impossibile. Ma noi riusciamo a pensare anche due cose nello stessa giornata», ironizza.