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Da un lato gli azionisti del governo, Lega eMovimento 5 Stelle, dall’altro il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. In mezzo, a fare da arbitro e mediatore: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che alla fine decreta la vittoria del titolare dei Conti nella lunga partita dei rimborsi ai truffati dalle banche. I risarcimenti seguiranno un doppio binario in base a reddito e patrimonio immobiliare. I rimborsi diretti saranno destinati a chi possiede un patrimonio immobiliare inferiore ai 100mila euro al 2018 oppure con un reddito imponibile inferiore ai35mila euro lordi sempre nel corso dello scorso anno. Gli altri dovranno invece passare per un arbitrato rapido, che attraverso la tipicizzazione dell’illecito, contrattuale o extra contrattuale, definirà l’eventuale rimborso. Secondo i numeri del ministero dell’Economia, almeno il 90 per cento del totale di circa 200mila risparmiatori passerà per gli indennizzi diretti. Ai risparmiatori azionisti verrà riconosciuto il 30 per cento di quanto perso, agli obbligazionisti subordinati il 95 per cento, come a chi deciderà di passare attraverso l’arbitrato.Solo due associazioni -“Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza” e il “Coordinamento don Torta” - si schierano contro l’accordo. «Non ci hanno fatto leggere la bozza, ci hanno descritto qualcosa.Non avendo visto nulla, non mi prendo la responsabilità di firmare», dichiara amareggiato Luigi Ugone, presidente della prima associazione. «Non sappiamo come andrà avanti la questione. Al momento i numeri del Mef non sono chiari ma restiamo aperti al confronto se vi fossero gli spazi». Abbastanza soddisfatte del risultato invece la maggior parte delle associazioni, convinte «che non ci fossero reali possibilità di miglioramento» del testo.