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Vladimir Putin, presidente della Russia
La repentina mutazione del quadro internazionale, rispetto al conflitto ucraino, comincia ad avere conseguenze anche a livello parlamentare nel nostro paese. Ieri pomeriggio, infatti, la commissione Politiche Ue del Senato ha approvato un ordine del giorno, presentato dalla Lega, in cui si chiede all'esecutivo un impegno nella direzione di ammorbidire il divieto di export verso la Russia di alcune tipologie di merci.
Nella fattispecie, il blocco che il centrodestra ( che ha votato compattamente l'ordine del giorno) ha chiesto al governo di far cadere, è quello per il materiale idraulico, anche in direzione della Bielorussia. Il testo dell'odg prevede che cada il divieto di esportare «prodotti per impianti sanitari, rubinetteria e tubature in rame, queste ultime con un diametro interno inferiore ai 50 millimetri», perché altrimenti potrebbero essere destinati ad un uso bellico.
Alla base di quest'iniziativa la volontà, da parte del Carroccio, di tutelare un comparto industriale molto importante per l'economia del paese, soprattutto nell'area lombarda. E' innegabile, però, che un'azione di questo tipo, intrapresa proprio nella fase in cui la linea degli Usa è radicalmente mutata e sono in corso negoziati in Arabia con la Russia, nel pieno di una feroce polemica tra il presidente americano Trump e quello ucraino Zelensky, non può non avere una ricaduta politica.
A testimoniarlo sono le polemiche seguite al voto, col Pd e i partiti centristi di opposizione molto critici, mentre non è passata inosservata la scelta dei senatori del M5s di astenersi, rinfocolando così le divisioni interne al centrosinistra
in fatto di politica interna. «La maggioranza», ha dichiarato il senatore dem Filippo Sensi, «vota compatta, in commissione Politiche Ue, un ordine del giorno della Lega che deroga su export in Russia e Bielorussia. Si stanno portando avanti con il lavoro sporco».
Sempre dal Nazareno hanno fatto notare che ha votato sì all'ordine del giorno anche Giulio Terzi di Sant'Agata Fratelli d'Italia, già ministro degli Esteri «nonostante la sua posizione sia stata finora di totale sostegno alla causa ucraina». In casa Lega si respingono al mittente le accuse: «Le polemiche scatenate dal Pd sono completamente fuori luogo e pretestuose, col rischio concreto di danneggiare le imprese italiane e lasciare campo libero nel mercato a disposizione dei nostri concorrenti».
«L'impegno», prosegue una nota dei senatori della Lega, «prevede l'individuazione di una autorizzazione idonea da parte dell'autorità competente, per delle specifiche situazioni individuate dal regolamento Ue, così da sostenere quelle realtà produttive interessate dal mercato di rubinetti e valvolame in generale, molto presenti ad esempio sul territorio bresciano. Cosa ben diversa dalla polemica inscenata dalla sinistra, che parla di imprese italiane come lavoro sporco senza vergogna».