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Nella foto, a sinistra il ministro Ciriani; a destra Giuseppe Conte (M5S)
Il dibattito sulla riforma della giustizia continua ad accendere il confronto politico. Mentre il governo di Giorgia Meloni prosegue sulla strada della separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, le opposizioni denunciano un attacco all’indipendenza della magistratura.
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha criticato duramente l’operato della premier, sottolineando come la sua gestione del potere stia generando una tensione senza precedenti tra esecutivo e magistratura. In un'intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato: «Guardo i fatti. Il procuratore Lo Voi ha compiuto un atto dovuto sul caso Almasri e la premier lo ha attaccato con violenza inaudita. I nostri servizi, che dipendono da Palazzo Chigi, lo hanno denunciato. I laici di destra del Csm ne chiedono il trasferimento. Siamo a un bullismo istituzionale mai visto del governo contro i magistrati».
L’ex presidente del Consiglio ha poi ricordato le indagini a suo carico, sottolineando di non aver mai reagito con atti di delegittimazione: «Io ho avuto più di un avviso dalla Procura di Roma e dallo stesso Lo Voi, ma non mi sono permesso di registrare video scaricando la comunicazione aggressiva di un presidente del Consiglio contro un singolo magistrato». Secondo Conte, il governo attuale utilizza la giustizia come strumento di controllo, mirando a un sistema più punitivo per i cittadini comuni, ma asservito al potere politico attraverso la riforma della separazione delle carriere.
«Il risultato è una giustizia durissima contro la gente comune, ma piegata al controllo del governo di turno attraverso la riforma della separazione delle carriere. La verità è che Meloni cerca capri espiatori perché non sta governando, è incapace di soddisfare i bisogni di imprese e cittadini e ha provocato l'arresto della crescita», ha concluso Conte.
Consenso politico
Nonostante la stagnazione economica, il consenso per il governo non sembra risentirne. Conte ha tuttavia attaccato il bilancio dell’esecutivo in materia economica, affermando: «Sapete come questo governo verrà ricordato dagli imprenditori? Crescita allo zero virgola, crollo da 22 mesi della produzione industriale, imprese lasciate fallire, caro energia e misure come transizione 4.0 sepolte sotto la burocrazia».
Anche sulle famiglie, l’ex premier ha espresso un giudizio severo: «Hanno tolto 100 euro a chi ne prende 700 al mese e hanno dato 1,80 euro a chi prende la pensione minima. Grazie ai 'Fratelli di banca' gli unici a ridere sono gli istituti di credito, che vedono esplodere le loro quotazioni in Borsa fino al 240 per cento negli ultimi tre anni e utili raddoppiati negli ultimi due anni da 25 a 50 miliardi».
Carriere separate, il governo difende la riforma della giustizia
Sul fronte opposto, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha difeso la riforma, sottolineando come il primo atto del nuovo presidente dell’Anm sia stato richiedere un incontro con Giorgia Meloni: «Ci è sembrato qualcosa di nuovo rispetto ai toni e alle manifestazioni viste nei giorni scorsi e nelle settimane passate. Un gesto distensivo rispetto alla forte tensione creata ad arte da una parte della magistratura».
Ciriani ha ribadito che la riforma della separazione delle carriere andrà avanti e che il sorteggio dei membri del Csm resta un punto cardine del provvedimento. «Non mi pare si possa discutere, la riforma andrà avanti e quella del Consiglio superiore della magistratura è una parte essenziale. Ma vorrei precisare che non si tratta di un atto ostile nei confronti dei magistrati. È solo l'applicazione di un programma di governo votato dai cittadini», ha dichiarato il ministro.
Riguardo al possibile logoramento dell’esecutivo, Ciriani ha minimizzato: «Se dovessi giudicare solo dal punto di vista dell’interesse partitico o del consenso, direi che non c'è nessun logoramento. I consensi, anzi, stanno crescendo. Il nostro è solo un tentativo di essere responsabili perché sappiamo che bisogna dialogare e rispettare i confini dei ruoli e dell’autonomia di ognuno».
Le tensioni politiche e le accuse dell'opposizione
Nel frattempo, il confronto tra governo e opposizioni resta acceso. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha accusato Meloni di evitare il confronto parlamentare, soprannominandola ironicamente «presidente del Coniglio».
Ciriani ha replicato, definendo eccessivi i toni utilizzati in Parlamento: «Nonostante io frequenti la politica da molto, vorrei dire che i toni volgari e offensivi che ho sentito in Parlamento mi hanno un po' impressionato. Ho avuto la sensazione che qualcuno abbia perso un po' la testa, forse perché ha difficoltà a convivere con il fatto che non ha più il potere e da oltre due anni governa stabilmente una giovane donna».
Sul tema delle presenze in Aula della premier, il ministro ha respinto le critiche, sottolineando che Meloni partecipa con regolarità ai dibattiti parlamentari, compatibilmente con gli impegni istituzionali: «Non si può pensare che venga in Aula a ogni chiamata dell'opposizione. La sua agenda è fitta e lavora sempre per l'Italia», ha concluso Ciriani.