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Non si votava dal 2015, a San Luca, nel cuore dell’Aspromonte reggino, troppo spesso associato solo alle faide e alla 'ndrangheta. O per lo meno non ci si provava, dato che l’ultima volta l’unica lista che ci aveva provato, quella guidata da Giuseppe Trimboli, non era riuscita a raggiungere il quorum. E il motivo per cui la gente si è tenuta distante dalle urne è la diffidenza: tanto, sussurra la gente, scioglierebbero comunque l’amminsitrazione per infiltrazioni mafiose.
Questa volta, però, ci proveranno in due. Uno è un infermiere in pensione del posto, Bruno Bartolo. L’altro, invece, è il noto massmediologo Klaus Davi, che in terra straniera è riuscito a collezionare il numero di firme necessarie per tentare l’ascesa al Palazzo comunale. Da oggi a sabato le porte del Comune saranno aperte per depositare le liste. Sei anni dopo l’ultimo sindaco eletto, spodestato con lo scioglimento dopo esser stato arrestato in un’operazione antimafia, 11 anni dopo l’ultima elezione, dunque, San Luca potrebbe avere un sindaco eletto, lasciandosi alle spalle anni di commissariamento, polemiche e un debito di quasi un milione. Due anni fa alle liste si era sostituita una lettera, che i cittadini avevano inviato all’allora ministro dell'Interno Marco Minniti. «Il popolo avrebbe la necessità di ripristinare i principi democratici scrivevano - ma se, ad oggi, nessuno ha presentato la propria candidatura, vuol dire che ha scelto di attendere il momento giusto. Sono venuti a dirci come amministrare per non esser sciolti ma in un paese come il nostro è facile, quando si vuole, trovare una parentela e la vergogna dello scioglimento sarebbe comunque sempre presente».