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Mentre Luigi Di Maio continua a corteggiare Matteo Salvini per formare un nuovo governo, nel Pd si accende la discussione alla vigilia di un probabile mandato esplorativo a Roberto Fico. L’ipotesi più quotata per uscire dallo stallo, infatti, è che Sergio Mattarella domani chieda al presidente della Camera di incontrare le delegazioni dei partiti alla ricerca di possibili maggioranze parlamentari. A differenza di quanto accaduto con Maria Elisabetta Alberti Casellati, però, Fico dovrebbe muoversi in un perimetro molto più ampio, che comprenda soprattutto il centrosinistra. Tra i dem, per ora, prevale la linea dell’Aventino, ma tra i renziani cominciano ad aprirsi delle crepe. Il primo ad uscire allo scoperto è il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, convinto che il Pd debba aprire ai grillini per formare un nuovo governo. «Tornare al voto? Non lo vorrei proprio», dice Sala, «auspico invece assolutamente il dialogo tra Pd e M5S. Non godo del fatto che gli altri facciano il governo e noi si rimanga li in osservazione, sperando che vada male. Questo è masochismo, perché poi va male il Paese». Il sindaco punta il dito contro l’atteggiamento arrendevole del suo partito: «Da un lato si dice che il male estremo per l'Italia sia il governo M5S-Lega, e si evocano scenari apocalittici, e dall'altro si dice “Bene cosi, ne siamo fuori”. Invece, a certe condizioni, si può stare dentro. Il sistema proporzionale non condanna nessuno alla minoranza senza se e senza ma». Quanto all’ex segretario Renzi, «al momento e indecifrabile, ma se dai cinquestelle si sente dire che i loro obiettivi sono combattere la povertà e i privilegi, questo e un discorso di sinistra o di destra?», si domanda Sala. «Molti che hanno votato per il movimento di Beppe Grillo sono dei nostri, ma al momento parcheggiati altrove, e ci dobbiamo ragionare». Ma i sostenitori dell’ex premier non sembrano affatto intenzionati a intavolare una discussione con i “rivali” del Movimento: «Il Pd ha detto chiaramente in queste settimane, e lo ha votato anche in Direzione: mai nessun sostegno a un governo M5s. E allora come si potrebbe immaginare, stando ai retroscena dei giornali, che il presidente della Repubblica possa affidare al presidente della Camera Fico il mandato ad esplorare un eventuale governo Pd-M5s?», scrive su Facebook il deputato Michele Anzaldi, secondo cui «si tratta di un'ipotesi che in nessun caso il Pd ha mai sostenuto, a differenza delle intenzioni manifestate da Lega e Forza Italia. Il centrodestra ha detto chiaramente che vuole un governo con M5s, ricambiato da Di Maio, per questo Mattarella ha dato il mandato esplorativo alla presidente Casellati con quel preciso perimetro. Noi, invece abbiamo sempre sostenuto il contrario. #senzadime». Ancora più esplicito il senatore dem Dario Parrini, che risponde a Sala senza giri di parole. «Col rispetto dovuto a un compagno di partito serio e capace come Sala, nel suo modo di porre la questione che io vedo del masochismo. Vedo del masochismo nell'inseguire un partito con programmi lontanissimi dai nostri il cui leader dice quelle cose di Salvini. E per il quale il Pd e al massimo una ruota di scorta», scrive sulla sua pagina Facebook. «Trovo infine non corretta l'idea che il Pd debba allearsi con le forze politiche verso cui sono andati i suoi elettori del passato. La riconquista di quegli elettori, e il dialogo con loro, passa da una maggiore comprensione delle ragioni per cui si sono allontanati da noi e da una maggiore capacita di rappresentarle politicamente, cosa che nel ruolo di alleato succube faremmo peggio che come minoranza autonoma. E poi in gran parte del Centro-Nord l'analisi dei flussi testimonia che i deflussi di elettori Pd 2013 verso la Lega hanno eguagliato o superato quelli verso il M5S».