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Reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza riaccende il duello tra le forze politiche. Dal Forum Ambrosetti a Cernobbio, è Giorgia Meloni a dar fuoco alle polveri definendolo «il metadone di Stato». E sempre dal terrazza di Villa D'Este, in riva al Lago di Como, arriva la replica del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ritiene ingenerosa la metafora utilizzata dalla leader di Fratelli d'Italia che probabilmente non si «rende conto di che cosa è la povertà». Dura anche la reazione del segretario della Cgil, Maurizio Landini, che vede «odio contro i poveri e verso chi lavora e magari è povero ma paga comunque le tasse anche per chi non le paga». A dare manforte a Giorgia Meloni c'è Matteo Salvini. Il leader della Lega, che era nella maggioranza di Governo quando il reddito di cittadinanza fu approvato, ritiene che «si è rivelato sbagliato. Lo abbiamo votato ma riconoscere un errore è segno di saggezza. Proporrò un emendamento alla manovra per destinare alle imprese questi soldi». In soccorso della “creatura” del M5s arriva il leader pentastellato Giuseppe Conte che ritiene la discussione una «polemica sterile» perché si tratta di una «misura di necessità. Ragioniamo per migliorarne ancora l'efficacia». E per Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) la frase di Meloni è «offensiva». Della necessità di un “tagliando” al sostegno sono convinti anche Orlando e il segretario del Pd Enrico Letta. «Nel nostro Paese non vorrei che si aprisse, in vista delle elezioni, una campagna di odio contro i poveri. Ci sono delle cose che vanno riviste ma non facciamo passare degli stereotipi secondo i quali la povertà è frutto del carattere e della pigrizia», incalza Orlando. La posizione del Pd sul reddito di cittadinanza «è quella del presidente Draghi. Siamo a favore che si modifichi o si migliori», afferma Letta. Sul provvedimento sono già in corso una serie di analisi in vista della revisione. Tra i temi sui quali è in atto una riflessione ci sarebbe il cambiamento della scala di equivalenza per evitare di penalizzare le famiglie numerose ed il peso dell'affitto sul sussidio a seconda del territorio di residenza. Si stanno anche facendo i calcoli su quanto potrebbe costare eliminare l'interruzione di tre mesi adesso prevista dopo 18 mesi che si percepisce il sussidio, magari guardando solo alle famiglie con minori. Alcune proposte potrebbero arrivare a metà ottobre quando si chiuderà una prima fase dei lavori del comitato scientifico sul reddito di cittadinanza. (ANSA).