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Enrico Letta torna al centro della politica non per offrire al Pd un «nuovo segretario» ma per creare un «nuovo Pd». Il nuovo inquilino del Nazareno si presenta all'Assemblea nazionale ringraziando il suo predecessore, Nicola Zingaretti, al quale si sente legato non solo da un rapporto d'amicizia ma anche da una profonda «sintonia» che li porterà a lavorare «ancora insieme». Poi un pensiero «ai centomila morti e al mezzo milione di italiani che hanno perso il lavoro» a causa del Covid e un sogno: «La caduta della pandemia avrà la stessa forza energetica che ha avuto per quelli della mia generazione la caduta del muro di Berlino. La nostra canzone fu Wind of changes. Noi dobbiamo far sì che quello straordinario momento di entusiasmo si ripeta con la caduta della pandemia e noi come il Pd abbiamo il dovere di esserci, non con lo sguardo al nostro ombelico ma nella società». Letta propone ai dem la sua idea di partito e di Paese, senza nascondere sotto il tappeto i vizi e le malattie del Pd: dal tema della rappresentanza femminile a quello del correntismo esasperato. «Abbiamo un problema», dice a proposito della questione di genere, «lo stesso modo in cui si è delineata la rappresentanza al governo dimostra che abbiamo un problema e il fatto che io sia qui, e non una donna, dimostra che c’è un problema e io mi assumerò fino in fondo la responsabilità di questo problema e lo metterò al centro della mia azione», spiega Letta, prima di citare due figure fondamentali nella sua formazione politica: Romano Prodi e Jacques Delors. E sul correntismo malato: «Io sono stato un uomo di corrente per tutta la mia vita, però un partito che lavora per correnti come qui da noi, non funziona. Io sono arrivato qui e ho studiato le correnti, ora mi candido a fare il segretario ebbene: ancora non ho capito qual è la geografia delle correnti. Non funziona. Dobbiamo superare insieme questa sclerotizzazione». Poi, il neo segretario, comincia a disegnare quello che sarà il suo Partito democratico: «Progressisti nei valori, riformisti nel metodo, radicali nei comportamenti», scandisce l'ex premier. «Non vi serve un nuovo segretario, vi serve un nuovo Pd». Non solo. «Non dobbiamo essere quelli che devono per forza andare al governo. Se diventiamo la protezione civile della politica, diventiamo il partito del potere. E se diventiamo il partito del potere moriamo», insiste Letta. «Le elezioni si vincono se non si ha paura di andare all'opposizione. L'opposizione fa parte della vita democratica». Il nuovo Pd dovrà guardare «ai giovani», rilanciare battaglie connotanti, come quella per lo «ius soli», da far approvare durante il governo Draghi e aprirsi completamente alla società. E ai partiti di una possibile coalizione. «Credo che noi dobbiamo parlare il linguaggio della verità: non son qui dietro a patti segreti. Noi dobbiamo pensare che abbiamo vinto le elezioni e governato quando abbiamo fatto coalizioni. Quando non lo abbiamo fatto, abbiamo perso», spiega il segretario. «La coalizione è fondamentale. Essere aperti alle alleanze, lavorarci. Noi siamo il motore del governo Draghi e prepariamo il dopo. Prepariamo il nuovo centro sinistra con leadership e guida del Pd. Parlerò a chi è interessato a questo percorso, con Roberto Speranza, con Nicola Fratoianni, con Carlo Calenda, con Matteo Renzi, con Emma Bonino e con tutti gli interlocutori interessati a un linguaggio e a un dialogo comune. Questo centrosinistra andrà all’incontro con il M5S. Un Cinque Stelle che sarà guidato da Giuseppe Conte, a cui va il mio saluto affettuoso. È un confronto che dobbiamo fare», sottolinea Letta. «Andremo con rispetto e attenzione a quel momento, un rispetto e attenzione che deve essere tipica del nostro partito. Dobbiamo avere filo da tessere, con logica espansiva. È un percorso difficile e molto ambizioso. Il Pd non farà mai un piccolo partito, deve avere l’ambizione di guidare una coalizione. Il primo test sono le amministrative ma il nostro obiettivo sono le politiche del 2023». Infine, una proposta contro il trasformismo: «Porterò ai presidenti Fico e Casellati, una nostra proposta che metteremo insieme per combattere il male del trasformismo parlamentare, credo sia nell’interesse di tutti e la scriveremo insieme agli altri. Sfiducia costruttiva. Nuovo metodo per elezione parlamentare e forte iniziativa per applicare articolo 49 della Costituzione»