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È la bomba nucleare. L’incendio che può far saltare la maggioranza, assai più di quanto non si rischi con l’Ilva o legge di Bilancio: «La prescrizione cambi o voteremo la leggeCosta che abolisce la norma Bonafede», fa sapere il Pd. È una dichiarazione di guerra. Che verrà messa sul tavolo alle 12.30 di oggi, in un vertice a cui ora è sospeso il futuro dello stesso esecutivo e che sarà quasi certamente presieduta da Giuseppe Conte. Il guardasigilli Alfonso Bonafede potrebbe trovarsi di fronte il suo predecessore, Andrea Orlando, vicesegretario dem. Le fiamme si sprigionano nel pomeriggio. È lo stesso ministro della Giustizia che parla dai microfoni di “Porta a porta”. Registrail suo intervento, messo in onda in serata ma anticipato dalle agenzie. «Domani ( oggi per chi legge, ndr) ci vedremo con il centrosinistra, discuteremo della riforma della giustizia, ma io», avverte Bonafede, «ho dato molto tempo, un mese, per valutare la proposta di riforma del processo. Ora basta, non possiamo più dire ai cittadini che devono attendere ancora». La riunione della war room democratica sulla giustizia è praticamente istantanea. Filtrano subito «sconcerto» e «irritazione». Non solo per le parole pronunciate pochi minuti prima dal ministro, ma anche per quelle, altrettanto definitive, affidate domenica scorsa da Bonafede a un’intervista su Repubblica. Ci sono il vicecapogruppo del Pd a Montecitorio Michele Bordo e la responsabile Giustizia ad interim Roberta Pinotti, i capigruppo nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato e, soprattutto, il numero due del Nazareno, Andrea Orlando. Presenza decisiva, per il peso politico ma anche per la competenza specifica: Orlando è il precedessore di Bonafede a via Arenula ed è l’autore di una riforma della prescrizione che non ha ancora neppure sprigionato i suoi primi effetti. Era stata ritenuta insostenibile dall’Unione Camere penali per la sospensione di un anno e mezzo al decorso dei termini di estinzione dei reati sia dopo l’eventuale condanna di primo grado sia dopo analoga pronuncia in appello. Orlando sa bene che nei suoi confronti si orienterà la critica di Italia Viva, pronta a contestargli di non difendere abbastanza ener-gicamente la sua riforma della prescrizione. Orlando si è tenuto lontano, nell’ultimo mese, dal dibattito sulla giustizia. Ma ora dalla riunine del Pd filtra una linea che sa di ultimatum al Movimento 5 Stelle: «Bonafede a noi non ha dato risposte. Gli abbiamo inviato delle richieste di modifica sia sulla riforma del processo penale sia sulla norma che elimina la prescrizione dopo il primo grado. Abbiamo chiesto dei correttivi, e l’unico davvero efficace sarebbe introdurre la prescrizione del processo, ossia un limite massimo previsto per ciascuna fase oltre il quale si estingue lo stesso procedimento penale.Non si dovrebbe andare oltre i 3 anni per il primo grado di giudizio, i due anni per l’appello e un anno per la Cassazione». Poi la parte decisiva e più pesante del discorso: secondo quanto filtra dalla riunione, qualora il Movimento 5 Stelle non accettasse di introdurre meccanismi in grado di impedire che si diventi «imputati a vita», il Pd voterebbe a Montecitorio la legge Costa, che ha un solo articolo in cui si stabilisce l’eliminazione della norma Bonafede sulla prescrizione e l’automatico ritorno in vita delle norme con cui Orlando aveva già riformato l’istituto. Una situazione al limite del sostenibile. A cui Bonafede sembra pronto a rispondere con l’accusa, rivolta all’alleato, di sposare una linea «berlusconiana» sulla giustizia. Prima ancora che gli arrivi l’eco dell’ultimatum confezionato dal Pd e da Orlando, il guardasigilli già spiega a “Porta a porta” cosa risponderà, anche davanti agli elettori se necessario, alle condizioni poste dai dem: «Col centrosinistra ci confronteremo, sono aperto alla discussione, ma ricordo che per decenni lo scontro del centrosinistra con Berlusconi è stato proprio sulla prescrizione.Io ho portato avanti le mie idee». E ancora: «Chi mi critica dovrebbe interrogarsi, porsi il seguente quesito: ma sbaglio o per 20 anni la contrapposizione tra centrosinistra e centrodestra è stata proprio sulla prescrizione?». È un messaggio politico chiaro, che ha già il tono della campagna elettorale. Oggi alle 12.30 il premier Conte tenterà una mediazione. L’ultima.