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Mentre al Lingotto va in scena la seconda giornata della rinascita renziana, a Roma nasce ufficialmente Campo progressista, la creatura di Giuliano Pisapia che si pone come obiettivo l'unità del centro sinistra. Al Teatro Brancaccio ci sono le delegazioni di tutti i partiti del centro sinistra: dal Pd a Sinistra italiana, passando per Mdp. Perché la nuova sigla «è un soggetto politico e culturale a disposizione di tutti coloro che credono in un centrosinistra aperto, largo», sottolinea l'ex sindaco di Milano, che sogna un "campo" che guarda «al civismo, all'ambientalismo», al dialogo «interculturale e interreligioso». Ma soprattutto, che passi «dalle parole ai fatti», a partire dalle decine di migliaia di esperienze amministrative «che lo stanno facendo ma che non hanno una casa» ed alle quali vogliamo darla «per cambiare politica». L'importante è non alzare steccati nel centro sinistra. Renzi non è un nemico, «non ho nessun avversario, lavoro per conto mio», sottolinea Pisapia. «Credo ci siano gli spazi per un punto di incontro positivo rispetto ai voucher di cui è stato fatto un abuso vergognoso. Se non si trova un accordo bisogna dare la parola ai cittadini con il referendum». Il sogno dell'ex sindaco è che da Roma inizi un nuovo viaggio inclusivo che mischi «storie diverse, ma tutte utili». L'obiettivo è costruire «un nuovo ampio centrosinistra capace di dialogare, di gentilezza, ma anche di decisioni. Un centrosinistra vincente perchè siamo stufi di fare le elezioni e di non riuscire a vincere». Ma per unire bisogna prima di tutto fare chiarezza, disegnare i contorni delle proposte e stabilire i confini delle alleanze. «Al Pd chiedo con rispetto: il giorno delle primarie dobbiamo sapere se loro vogliono costruire il centrosinistra o appoggiarsi ancora sul Nuovo Centrodestra, Alfano e Verdini. È un appello che viene dal cuore», dice Pisapia. «Ncd non è compatibile con il nuovo centrosinistra, o sinistra centro». Tra gli ospiti spicca la presidente della Camera Laura Boldrini, che prima di entrare al Teatro dichiara ai giornalisti: «Penso vada fatta una cosa molto semplice: tutto il campo della sinistra deve riuscire a dialogare perché al di la' dei personalismi, sui temi, c'è molto in comune».