«Sono rimasto molto colpito dalla partecipazione» alle primarie dem, «ho visto la freschezza dei partecipanti, il segno di un allargamento. E questo lo si deve a Schlein, perché ha avuto il merito di avere rinfrescato, aperto le porte, fatto entrare aria nuova. Entrambi gli sfidati comunque sono persone capaci e meritevoli di fiducia». Lo dice Achille Occhetto, l'ultimo segretario del Pci, in un'intervista a La Repubblica.

«Ho votato Schlein. Su di lei ho un giudizio positivo, da tempo dopo avere scoperto la sintonia su intreccio tra questione ambientale e sociale. Elly ha avvicinato il partito ai giovani, incarna il ricambio generazionale e di genere», prosegue Occhetto, per il quale «il Pd è a un bivio» ma «non si può creare una coabitazione a freddo, ma occorre al nuovo Pd una fusione tra pragmatismo e utopia del possibile, dentro cui collocare i passi, anche piccoli, di un riformismo che sia però guidato da una visione. Non si devono presentare i temi come le perle di un rosario. Va abbandonata la logica dei tweet per sposare quella del discorso politico». «La scissione sarebbe una sciagura, ma da evitare è anche una coabitazione a freddo tra Bonaccini e Schlein», conclude Occhetto.