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Bonafede avvocato
Un portale informatico per raccogliere le segnalazioni di whistleblowing. È quello avviato oggi, in occasione della Giornata internazionale contro la corruzione, dal ministero della Giustizia. La piattaforma (whistleblowing.giustizia.it) - un software open source protetto - permette la compilazione, l’invio e la ricezione delle segnalazioni di presunti fatti illeciti al responsabile della prevenzione corruzione e della trasparenza (Rpct) nel rispetto di tutte le tutele previste dalla legge.
Il portale, spiega via Arenula in una nota, utilizza infatti un protocollo di crittografia in grado di garantire la riservatezza dell’identità del segnalante, del contenuto della segnalazione e della documentazione allegata. Il whistleblower avrà inoltre la possibilità di accedere in ogni momento alla propria segnalazione tramite un codice identificativo univoco, dialogando in modo anonimo e spersonalizzato con il Rpct. Potranno effettuare segnalazioni tutti coloro che, in ragione del loro rapporto di lavoro, siano venuti a conoscenza di condotte illecite: in primo luogo, dunque, i dipendenti del ministero, ma anche chi opera all’interno di imprese fornitrici di beni o servizi, oppure che realizzano opere in favore dell’amministrazione. Per assicurare l’efficace attuazione del disposto normativo e proteggere gli autori delle segnalazioni, il ministero ha anche costituito un apposito "Gruppo di lavoro a tutela del whistleblower", a supporto del Rpct. «La segnalazione delle condotte illecite di cui si è venuti a conoscenza svolgendo il proprio lavoro è fondamentale - afferma il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede - chi non vuole voltare la testa dall’altra parte ma intende denunciare, da oggi ha uno strumento in più per farlo, contribuendo così a rendere il ministero con le sue numerose articolazioni una amministrazione migliore e più integra».
Una task force contro la corruzione
«L’emergenza della pandemia sarà accompagnata da un ingente sostegno finanziario dello Stato e delle istituzioni dell’Unione europea» e va perciò impedita «la dispersione e l’accaparramento criminale di queste risorse». È l’obiettivo con cui il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha presentato ieri in un video postato su facebook la “Alleanza contro la corruzione”. Il guardasigilli la propone come «una grande consultazione pubblica di esperti di diversa provenienza» istituita per «fare il punto sull’assetto messo in campo dal nostro Paese nella prevenzione e nel contrasto alla corruzione».
L’iniziativa è assunta in coincidenza con la “Giornata per la lotta alla corruzione” proclamata per oggi a livello internazionale. A far parte dell’“Alleanza” ci sono alcuni tra i nomi di più alto rilievo della giustizia, tutti coinvolti nel Comitato scientifico dell’iniziativa: dai massimi vertici della Cassazione Pietro Curzio e Giovanni Salvi al presidente della Scuola superiore della magistratura Giorgio Lattanzi, dal vicepresidente del Csm David Ermini al capo di Gabinetto del ministero di via Arenula Raffaele Piccirillo, dalla presidente del Cnf Maria Masi fino a figure dal grande impatto simbolico, quando si parla di contrasto della corruzione, come Piercamillo Davigo, oltre al procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho e naturalmente al nuovo capo dell’Anac Giuseppe Busia.
Bonafede ha firmato lunedì il decreto costitutivo della Alleanza. Peraltro non mancano obiezioni dall’interno della stessa coalizione di governo. «Anche il ministro Bonafede crea una task force» ma «il compito che dovrebbe assolvere è già svolto dall’Autorità nazionale anticorruzione creata da Renzi», dicono la capogruppo di Italia viva nella commissione Giustizia di Montecitorio Lucia Annibali e il vicepresidente dei senatori renziani Giuseppe Cucca. È evidente che sono giorni in cui la sintonia nella maggioranza latita alquanto e non può certo fare eccezione una materia sensibile qual è la giustizia. Nella “Giornata internazionale contro la corruzione”, peraltro, molte delle figure coinvolte nella task force di Bonafede interverranno al convegno intitolato “Il virus della legalità”, organizzato dalla Fondazione De Sanctis e in programma via streaming dalle 11 alle 15 di oggi, con l’introduzione affidata al presidente dell’Autorità garante dei detenuti Mauro Palma.