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«L’Europa ha bisogno dell’Italia e dello spirito di Alcide De Gasperi». Ursula von der Leyen sceglie di citare uno dei padri fondatori dell’Europa nel 160 caratteri di tweet a conclusione dell’incontro a Roma con il premier Giuseppe Conte. Il faccia a faccia durato oltre un’ora tra il presidente del Consiglio e la neo presidente della Commissione Ue è stato definito «proficuo» da Conte, che ha laconicamente elencato i temi affrontati: «Crescita, lavoro, mezzogiorno, ambiente, migrazione, «temi per un’Europa più vicina ai cittadini».
Prima dell’incontro, von der Leyen ha voluto immediatamente marcare il cambio di passo che lei vorrebbe imprimere al suo mandato: «Sulle migrazioni vorrei proporre un nuovo patto per le migrazioni e l’asilo: abbiamo bisogno di una nuova che Paesi come Italia, Grecia e . Proprio questo “tenerne conto” apre in modo chiaro alle istanze italiane in tema di accoglienza, e von der Leyen conclude: «È fondamentale poter garantire la solidarietà, ma non è mai unilaterale, è come minimo bilaterale. Ma se collaboriamo insieme certamente riusciremo a trovare delle soluzioni per il futuro».
Il viaggio a Roma, dunque, diventa una sorta di primo palcoscenico per la neo- presidente della Commissione Ue per delineare i suoi obiettivi e marcare la differenza rispetto ai suoi predecessori: «Superare le divisioni nord- sud, est- ovest, Paesi piccoli- grandi».
Tema centrale dell’incontro è anche il ruolo dell’Italia in Europa: «Un’Ue unita ha bisogno di un’Italia forte e prospera e certamente credo che ci sia molto da fare» ha detto Ursula von der Leyen, che ha aggiunto di essere venuta a Roma «per ascoltare, ma anche per fare domande e per chiedere l’appoggio dell’Italia» . Italia, che lei ha definito «la culla dell’Europa, rappresenta la pietra miliare del concetto di Europa, lo era a suo tempo ed è vero ancora oggi».
Intanto, sul fronte europeo continua a dividersi il governo. A margine dell’incontro con von der Leyen, Conte ha fatto presente ( irritato secondo alcuni) a Salvini che «Sulla concorrenza siamo ancora in ballo, ma più passa il tempo più diventa difficile ottenerla». In altre parole, o il nome del candidato viene scelto presto, oppure si rischia di venir scalzati.
Tra i nomi di leghisti che circolano per la poltrona di commissario alla Concorrenza ci sono quelli del neo ministro agli Affari europei Lorenzo Fontana e quello della ministra alla Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno ( che però non avrebbero le competenze necessarie per un portafoglio economico), ma anche quello del vice ministro all’Economia, Massimo Garavaglia e di Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia, in passato molto vicino alla Lega e stimato fiscalista. Proprio il nome dell’ex forzista, però, ha provocato la reazione dei 5 Stelle. Luigi Di Maio ha driblato la domanda su Tremonti ma ha aggiunto che «abbiamo già posticipato troppo questo nome, secondo me doveva uscire due settimane fa. Noi dal 26 maggio sera diciamo che la Lega ha vinto le Europee e che si deve prendere la responsabilità».
A dirlo in modo più esplicito, invece, il neo europarlamentare Dino Giarrusso: «Se mi fanno il nome di Tremonti, chiaramente, per il suo passato, sarei scontento. Poi se lo fanno, amen». Basta che un nome si faccia, è l’unico punto su cui tutti convergono.