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«Noi avvocati abbiamo dimostrato grande affidabilità, sono sicuro che la politica responsabile risponderà alle nostre sollecitazioni». Il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, è da mesi impegnato in un dialogo serrato con il ministero della Giustizia, con l’ex premier Matteo Renzi e con la sottosegretaria Boschi per portare all’attenzione della politica le esigenze dell’avvocatura, prima tra tutte il tema dell’equo compenso che - Mascherin ha assicurato - «ho fiducia avrà esito positivo in tempi celeri». Non solo, però: all’ordine del giorno ci sono anche il patrocinio a spese dello Stato e un necessario aggiornamento dei parametri. Tutte questioni impellenti per la categoria, che Mascherin descrive come «il tavolo dei giusti compensi».
Presidente Mascherin, negli ultimi tempi si parla molto di compensi per i professionisti. Che cosa ne pensa il Consiglio Nazionale Forense?
È giusto che se ne parli, ormai il tema dei compensi per gli esercenti le libere professioni non è più rinviabile né socialmente, né politicamente. Infatti il Cnf, assieme a tutte le rappresentanze dell’avvocatura, sta lavorando a quello che definirei proprio il tavolo dei giusti compensi, ad iniziare dal ddl sull’equo compenso.
A tale proposito, lei ha più volte manifestato fiducia verso i politici quanto all’andamento proprio del disegno di legge sull’equo compenso, da ultimo dopo l’incontro con la sottosegretaria Boschi. Continua ad averne?
Sono sicuro che la politica che finora si è impegnata, con il ministro Andrea Orlando, l’attuale segretario del Pd Matteo Renzi e la sottosegretaria Maria Elena Boschi, manterrà la parola data e garantirà in tempi celeri un esi- to positivo al disegno di legge.
Che cosa le fa avere questa certezza?
È scontato ritenere che nessuna forza politica in buona fede e responsabile possa avallare oltre un sistema inaccettabile di profittamento della posizione economica dominante da parte di soggetti forti a danno degli avvocati e della loro funzione. Del resto noi avvocati in questi ultimi anni abbiamo dimostrato grande senso del ruolo e grande affidabilità, nelle proposte, nei momenti di condivisione, oltre che coerenza nelle critiche, non vedo perché non dovrei aspettarmi la stessa lealtà da parte della politica che si è esposta, anzi mi aspetto che tutti i partiti di maggioranza e di minoranza condividano il disegno di legge.
Il Cnf ha portato alla attenzione del ministro Orlando anche un aggiornamento dei parametri. A che punto sono i lavori su questo punto?
Si tratta della seconda gamba del tavolo, ovvero di una proposta costruita assieme agli Ordini, all’Organismo congressuale forense, alle associazioni. E’ molto ragionata e ragionevole: si apportano infatti alcune modifiche oggetto di attenta riflessione e per questo assolutamente necessarie, sempre nell’ottica - ovviamente - di riconoscere dignità al ruolo dell’avvocato nella nostra democrazia. Lo stesso ministro Orlando ha più volte sostenuto che lo svilimento economico della nostra professione rischia di ripercuotersi in un affievolimento delle tutele: un rischio che uno Stato avanzato non può correre.
Come procede la discussione sul patrocinio a spese dello Stato? Il Cnf sta lavorando a un testo rivisitato, insieme al ministero della Giustizia.
Quella è la terza gamba del tavolo, destinato ad assicurare agli avvocati che esercitano con impegno la propria funzione un compenso dignitoso, in questo caso nel campo delle tutele dei soggetti più deboli. Entro la fine del mese il lavoro sarà terminato e potremo tirare le somme, ma finora sono molto soddisfatto della qualità e della sensibilità dimostrata dagli interlocutori ministeriali. Voglio sempre ricordare che a tutti questi testi hanno lavorato assieme al CNF diverse componenti dell’avvocatura: gli Ordini, l’Organismo congressuale forense le associazioni.
Proseguendo con la metafora, quale considera la quarta gamba del tavolo?
La quarta gamba è ciò che dicevo all’inizio: favorire una politica attenta, responsabile e rispettosa delle professioni, che rappresentano una risorsa fondamentale per il nostro Paese.