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Non solo Iva. Sono tante le novità sul nuovo Def. A cominciare dai ticket sanitari, il cui importo dal prossimo anno sarà stabilito in base al costo delle prestazioni e del «reddito familiare equivalente», vale a dire del reddito prodotto dal «nucleo familiare fiscale rapportato alla numerosità del nucleo familiare». L’idea è di considerare un importo come limite massimo annuale di spesa, al raggiungimento del quale cesserà l’obbligo dell’assistito di partecipare alla spesa sanitaria.
Le novità in materia di ticket sanitari sono contenute nella prima bozza del ddl di riordino della materia dei ticket, annunciato dal ministro della salute Roberto Speranza.
Nel frattempo il governo incassa l’apprezzamento del leader della Cgil Landini: «Siamo in attesa di essere convocati dal governo. Lo dico con molta onestà, le cose che ho sentito fino ad adesso non mi paiono sufficienti, certo già sentire dire che di flat tax e di condoni non ne vogliono più fare e sentire parlare di riduzione del cuneo, così, a orecchio, mi sembra una musica diversa ma aggiungo che sono una serie di cose che è un anno che noi chiediamo».
Note di apprezzamento arrivano anche da Confcommercio, soddisfatta soprattutto per la sterelizzazione dell’Iva: «La disattivazione degli aumenti Iva previsti per il 2020 è stata una scelta giusta perchè 23 miliardi di maggiore Iva avrebbero avuto un impatto negativo sulla crescita pari, secondo le stime della stessa Nadef, allo 0,4% del Pil». Ora, invece, prosegue, «cancellazione degli aumenti Iva ed avvio della riduzione del cuneo fiscale concorreranno in maniera determinante agli obiettivi programmatici di crescita».
E intanto, incassato il Def, il premier Conte rilancia: «L’obiettivo è ambizioso.
Abbiamo un programma fitto di obiettivi e di urgenze per realizzare l’interesse degli italiani. È chiaro che la sterilizzazione dell’Iva era il fatto più impressionante, che attirava maggiormente l’attenzione. Ma una volta trovate le risorse che evitano l’incremento dell’Iva, cioè della tassazione sui consumi, non ci fermiamo affatto e non pensiamo certo di realizzare il restante programma tra un anno, due anni».