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Pd sconfitto elezioni Letta
«Lo dico a quelli che in questo momento stanno andando a Pontida: l’Italia in cui è tutto il partito del Nord contro il partito del Sud non andrà da nessuna parte, perché l’Italia è una e unita». Da Monza, il segretario del Pd, Enrico Letta, tenta di risalire i sondaggi ad una settimana dal voto puntando il dito contro la convention del Carroccio. Una sfida a distanza, raccolta dal leader della Lega Matteo Salvini che dal palco manda un bacio al segretario dem. Non tutto è perduto, per Letta, secondo cui «in questi giorni, nei 7 giorni che abbiamo davanti, abbiamo l’occasione di cambiare un destino già scritto. Ma nessun destino è già scritto se vogliamo che cambi e noi vogliamo che cambi. Sta a noi cambiare il destino del nostro Paese». L'esempio "negativo" è Pontida, che secondo Letta «oggi è diventata provincia dell’Ungheria, non vogliamo un’Italia provincia dell’Ungheria. Non vogliamo che l’Italia segua il messaggio di Pontida, il modello dell’Ungheria: non vogliamo che vada verso una democrazia che si sta perdendo, non vogliamo quel modello, non vogliamo un’Italia che cede a Putin e Orban. Vogliamo una Italia che sia cuore dell’Europa e che sia fedele alle sue alleanze», ha aggiunto il segretario del Pd. Da una parte, dunque, c’è l’Europa, quella che oggi proposto di tagliare i fondi per la coesione ad una Ungheria che, sotto la guida di Viktor Orban, «non è più considerabile una piena democrazia», come scritto sul rapporto del Parlamento Europeo. Dall’altra c’è il governo di Budapest al quale Matteo Salvini riconosce di essere espressione da un «voto democratico», quindi pienamente legittimato a governare, agli occhi del leader del Carroccio. "Relazioni pericolose" sono anche quelle che Letta denuncia fra le destra e la Russia di Putin: «Non vogliamo un’Italia che strizza l’occhio a Orban e Putin, non vogliamo un’Italia che cede a Putin e Orban. Vogliamo un’Italia che stia nel cuore dell’Europa e sia fedele alle sue alleanze». La sfida del Pd è riuscire a garantire «un’Italia più giusta, in cui l’uguaglianza tra cittadini non sia una favola, in cui la sanità pubblica funzioni. In questa Regione, dove governiamo bene in città come Milano e Monza. Quand’è che ci mettiamo in testa che la Regione Lombardia deve essere governata da chi porta avanti queste tesi? Quando? Il prossimo anno. Il voto di domenica prossima serve anche per questo fondamentale risultato». E ciò perché «siamo l'unico vero grande partito nazionale. L'Italia non uscirà da questa crisi con uno scontro tra partito del Nord e del Sud, uno contro l'altro - ha aggiunto -. L'Italia ha bisogno di un grande partito nazionale e il Pd è l'unico che governa tutta Italia, da Monza a Catanzaro, che è in grado di offrire soluzioni sia al Mezzogiorno che al Nord con politiche nazionali». Nel centrodestra, invece, «prima tutti si stracciavano le vesti per Berlusconi, poi Salvini fantastico e tutti con Salvini, adesso tutti con la Meloni. Ma questa è militanza politica? Militanza è avere partiti politici con progetti e valori che portano avanti con determinazione e coerenza, che non cambiano a seconda delle convenienze e lo fanno con la forza e la determinazione che noi stiamo mettendo in campo». L’ambiente, ha sottolineato durante l'evento "Comuni per l'Italia", «sia al centro dell’attenzione dei sindaci, del governo e di tutti noi. Ci hanno preso in giro, il bus elettrico ha fatto molto ridere la destra. Ma noi non sopporteremo ulteriori atteggiamenti disfattisti. Il negazionismo sul clima è l’anello di congiunzione con le altre destre europee, che sono il peggior esempio di negazionismo sull’ambiente». Ma Letta ha parlato anche di gas, ribadendo la necessità di un tetto di prezzo a livello europeo e nazionale. «Questa scelta va fatta a livello europeo e noi vogliamo che l’Italia la faccia prima dell’Europa intera».