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Al Nazareno si preparano per il ritorno del figliol prodigo, anche se nessuno sembra disposto a sacrificare il vitello grasso per festeggiare l’evento. Il probabile rientro nel Pd degli scissionisti di Mdp, in vista delle Europee, non sarà una passeggiata. Non per Nicola Zingaretti, che dovrà vincere l’acredine di quanti ( e sono tanti, non solo renziani) terrebbero per sempre fuori dalla porta gli ex compagni della “ditta. E non sarà una passeggiata neanche per Roberto Speranza, coordinatore del partito dei fuoriusciti, costretto a sottostare ai diktat i imposti dal segretario dem per la costruzione di un’eventuale lista unitaria. Non sarà del resto la mediazione di Frans Timmermans, candidato socialista alla guida della Commissione europea e fautore del progetto unitario, a far pendere la bilancia dalla parte dei “dalemiani”.
Le condizioni di Zingaretti sono semplicissime: sì, a candidati indicati da Mdp nelle liste del Pd, purché i nomi siano concertati con la dirigenza dem e non siano direttamente riconducibili al partito di Bersani. In altre parole: Speranza potrà suggerire figure gradite al suo campo che diano lustro alla squadra alle Europee, basta che non abbiano in tasca la tessera di Mdp. È in questa prospettiva che Zingaretti potrebbe dare l’ok a Pietro Bartolo, il medico dei migranti di Lampedusa, gradito agli scissionisti, ma oggi esponente di Demos, un progetto di civici e amministratori locali cattolici. Ma per metterci la faccia Bartolo chiede al Pd una garanzia precisa: la circoscrizione Italia centrale al posto di quella insulare dove già c’è troppo affollamento di candidati. Non è detto che l’operazione vada in porto. E seguendo lo stesso schema, i fuoriusciti hanno provato a sondare anche la disponibilità della politologa Nadia Urbinati, che però ha declinato l’invito. Restano in ballo i volti noti del sindacato, della Cgil ovviamente, come quello di Susanna Camusso ( anche se nelle ultime ore le sue quotazioni sono in discesa) e dell’attuale vice di Maurizio Landini, Vincenzo Colla. Entrambi i profili riceverebbero la benedizione di Zingaretti e Speranza.
Tra le fila di Mdp c’è anche chi lavora per convincere Elly Schlein, giovane parlamentare europea uscente, ormai in rotta di collisione con Possibile di Pippo Civati, ad accettare una candidatura nelle liste dello stesso partito che cinque anni prima la portò fino a Strasburgo: quel Pd da cui si allontanò molto prima della ditta. Difficile vincere le sue resistenze in merito ma il lavoro di persuasione è appena cominciato.
Ma Speranza non può tornare a casa solo con un elenco di candidati amici. Sarebbe un bottino troppo magro da mostrare ai compagni di partito. Ad oggi Mdp può infatti contare su tre eurodeputati: Massimo Paolucci, di Antonio Panzeri e Flavio Zanonato. Non riconfermarne neanche uno sarebbe uno smacco troppo grande per gli scissionisti, che contano sull’ausilio di Gianni Cuperlo per strappare qualcosa in più a Zingaretti. Il leader della sinistra dem, infatti, ha deciso di non presentarsi alle Europee, ma vede di buon occhio un ritorno nel partito dei fuoriusciti e proverà con ogni mezzo a mediare tra le parti. Speranza conta di riuscire a imporre almeno un nome organico in lista: l’uscente Paolucci. A cui aggiungere, eventualmente, un altro volto di partito, Cecilia Guerra, ex capogruppo al Senato di Mdp.
La partita, ovviamente, è tutta aperta. E l’esito tutt’altro che scontato. Nicola Zingaretti, dal canto suo, continua la campagna acquisti fuori dai confini del Pd per rendere più attraente e autorevole la lista, pescando tra gli indipendenti che trova alla sua sinistra. E dopo l’operazione Pisapia, candidato nel nord- ovest, anche l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, potrebbe finire tra le personalità utili alla causa zingarettiana.
Ma il vero “sogno” del segretario continua ad avere il nome e il volto segnato di Mimmo Lucano, il sindaco sospeso di Riace, a cui la Cassazione ha appena restituito una parte di onorabilità, definendo infondate le accuse a suo carico.
Lucano continua a dichiararsi non interessato ad alcuna candatura, ma gli emissari di Zingaretti non hanno affatto rinunciato al corteggiamento. Ogni giorno sul display del sindaco calabrese appaiono i numeri del Nazareno. E come un tamburo, la richiesta è ogni giorno la stessa: «Accetta un posto in lista». Prima o poi, confida qualcuno, la risposta sarà «sì». Almeno per sfinimento.