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Fosse per lui tornerebbe al voto domani. Per «ridare la voce al popolo», dice. Ma Ignazio La Russa accetta la mediazione: almeno un tentativo in Parlamento per modificare la legge elettorale. Giusto «per non fornire alibi agli avversari». Anche se il leader di Fdi è convinto che siano in molti a bluffare: «È come a poker: andiamo a vedere».
Fratelli d’Italia, insieme alla Lega, al M5S e al Pd, ha velocizzato l’iter per la calendarizzazione della legge elettorale in Aula...
La interrompo subito. La parola “insieme” non è corretta. Noi abbiamo una posizione a prescindere. E quando si tratta di tempi parlamentari non è una questione di stare insieme a qualcuno nei contenuti. Siamo coerenti con la nostra convinzione: prima si vota e prima si va incontro al volere dei cittadini.
La stessa la convinzione di Lega, 5 Stelle e maggioranza Pd...
È vero, vogliamo le elezioni, ma uno schieramento è tale quando è concordato.
Certamente. Sarebbe difficile immaginare Fdi alleata del Pd. Ma la domanda che provavo a fare è un’altra: qual è l’obiettivo di questa velocizzazione? Tornare alle urne con un proporzionale puro?
No, l’obiettivo è quello di ridare la voce al popolo, anche se le sembrerà una risposta generica. Temiamo che le leggi elettorali uscite dalla Consulta - benché meritino di essere omogeneizzate tra Camera e Senato - siano comunque le leggi con cui si voterà alla fine della legislatura. L’impressione è che difficilmente il sistema elettorale sia migliorabile. O meglio: o questi aggiustamenti si fanno nel giro di pochi giorni, oppure difficilmente si riuscirà a trovare un’intesa tra le varie forze politiche. Dal nostro punto di vista potrebbe essere solo un alibi per continuare a campare.
Dunque la velocizzazione servirà a poco?
Non possiamo escluderlo a priori, anche se siamo convinti che sarebbe stato meglio neanche provarci, perché già il tentativo apre in qualche modo i tempi dell’attesa. Alla fine abbiamo deciso di vedere se c’è davvero una volontà politica e abbiamo votato a favore. È come a poker: andiamo a vedere.
Tornare al voto con un propor- zionale puro, però, significa consegnare il Paese alle “larghe intese”. Non eravate contrari?
Tanto per cominciare, non è un proporzionale puro perché comunque prevede un premio a chi prende il 40 per cento dei voti.
Esiste una singola lista in grado di ottenere quel consenso?
Per un partito è difficile, ma per una coalizione unita in lista non è impossibile. Quello che nessuno ha ancora capito è che i cittadini si muovono in base al contesto elettorale. Nessuno avrebbe detto che quasi il 70 per cento degli italiani sarebbe andato a votare per il referendum costituzionale. C’è stato uno stimolo a votare, inconsapevolmente offerto dallo stesso Renzi, che nasceva dal bisogno di tornare a decidere. E quando i cittadini si renderanno conto che la legge elettorale consentirà di governare a chi prende il 40 per cento, sceglieranno di far prevalere nettamente una delle tre opzioni in campo: quella grillina, quella para- Merkel ( cioè, renziana) e quella trumpista. Vedrete che anche chi non ha votato negli ultimi tempi, con questo meccanismo si recherà alle urne per evitare un pateracchio. Io ne sono convinto.
Sembra molto complicato. Ma tra i trumpisti rientra anche Silvio Berlusconi o no?
Noi auspichiamo di sì. E per evitare di fare un’accozzaglia, le condizioni dello stare insieme sono molto semplici: una preventiva dichiarazione che escluda in ogni caso un governo di coalizione con Renzi. La coalizione non può essere un taxi.
Però dovrete riuscire a convincere il Cavaliere in tempi brevi, non sembra che Berlusconi abbia la stessa vostra fretta di tornare alle urne.
Questo è vero, questo è il problema. Ma la decisione della presidenza dei gruppi pone a tutti un obbligo di scelta. Ormai è deciso: il 27 si comincia a votare. Vedremo chi fa manfrina e chi no. L’ar-gomentazione di Berlusconi per non andare a votare era che bisognava fare un tentativo di modifica della legge elettorale. Bene, adesso il tentativo c’è. Se il centro destra riuscirà a trovare una sintesi vuol dire che la coalizione esiste, altrimenti no.
Il capo di Forza Italia prende tempo perché teme di perdere la leadership?
Che Berlusconi non abbia fretta, però, dobbiamo prima verificarlo. Ma nel caso in cui volesse prendere tempo, c’è una motivazione che rispetto: lui è ingiustamente privato del diritto di elettorato passivo. Se il suo attendismo dipendesse dal fatto che anche lui vorrebbe poter far parte della partita lo capirei.
Sareste disposti ad andargli incontro?
La sua è una richiesta legittima, ma purtroppo è più importante per tutti - visto che non c’è una data certa per la sentenza di Strasburgo - tornare al voto.
Prima parlava di un patto di coalizione per escludere eventuali accordi post elettorali con Renzi. Il divieto vale anche per il Movimento 5 Stelle?
Per il momento è da escludere totalmente un dialogo coi grillini. I 5 Stelle nelle scelte fondamentali sono sempre stati in accordo con Matteo Renzi.
Su immigrazione e antieuropeismo sembrano molto più simili a voi...
Non direi. Sull’immigrazione non ho capito quale è la loro linea, così come sulla sicurezza, sull’identità nazionale, sui diritti civili, sulle adozione da parte di coppie dello stesso sesso, eccetera. E proprio perché non ho capito, al momento escluderei un dialogo con Grillo. Poi, io dico sempre “mai dire mai”, se uno cambia posizione.
L’unica cosa che vi accomuna, dunque, è la voglia di tornare al voto?
Non c’è dubbio.
Un’ultima domanda. Fa bene Salvini a dire che comprende chi invoca un nuovo Mussolini?
Non demonizzerei di sicuro Salvini, anzi. Mi raccomando, aggiunga anzi.