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"In tutte le piazze d'Italia stanno firmando a favore della proposta di legge della Lega per la castrazione chimica contro pedofili e stupratori". Parole e musica del ministro dell'Interno Matteo Salvini il quale, a un poche settimane dalle elezioni europee, decide di aprire un nuovo fronte securitario. Del resto il leader leghista è confortato dai sondaggi che, a quanto pare, fotografano un paese schierato maggioranza per la castrazione chimica. "Chi mette le mani addosso a una donna o a un bambino merita solo la galera, ma va anche curato per evitare che molesti altre donne e altri bambini. Su questo non ci fermeremo fino a quando non sarà legge dello Stato", ha rincarato Salvini nel corso di un comizio elettorale a Prato. Ma la posizione del vicempremier leghista non è affatto piaciuta all'altro vicepremier: il grillino Luigi Di Maio. "Leggo di sondaggi per cui la castrazione chimica e' maggioritaria nel Paese ma non vi hanno detto che deve essere volontaria e che si applica solo ai reati minori, per anni di carcere. E se la raccontiamo cosi', il Paese la vede come una presa in giro", ha detto Di Maio in un comizio ad Assemini, in Sardegna. "Parliamo della legge del ministro Bonafede - ha aggiunto il vicepremier - per cui se uno mette le mani addosso ad una donna finisce in galera e non può uscire più senza attenuanti. Io non voglio alimentare dibattiti su un fenomeno di distrazione di massa come la castrazione chimica". Insomma, un nuovo fronte di scontro si è aperto nel governo