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"Oggi è il 5 luglio 2020. Sono passati quattro anni dal mio proscioglimento dall'accusata di procurata epidemia ed altri 11 reati penali. Per questo ho rischiato l'ergastolo. Per vergogna ed umiliazione ho lasciato l'Italia. Si erano sbagliati però. Non era vero". Con questo tweet la virologa Ilaria Capua, professoressa all'Università della Florida, ha ricordato ieri sul social la vicenda che la vide coinvolta nel 2016 in quello che allora sembrava uno scoop de L'Espresso ma che a conti fatti si trasformò in un nulla di fatto. Nel frattempo, però lei si dimise dalla carica di parlamentare, assediata dalle forche caudine del Movimento 5 stelle che ne chiedeva la cacciata da Montecitorio e del giustizialismo all'italiana. E oggi riceve il sostegno di Andrea Marcucci, che su Facebook ripercorre le tappe della vicenda. "Dall’oggi al domani, una importante scienziata, all’epoca anche deputata della Repubblica, viene indagata per traffico internazionale di virus - ha scritto il capogruppo del Pd al Senato - Ilaria Capua diventa così il bersaglio di una campagna mediatica e politica che la trasforma in una pericolosa criminale; il M5s ne chiede subito le dimissioni dal Parlamento. Lei decide di dimettersi dalla carica autonomamente, accettando una cattedra negli Stati Uniti e la possibilità di continuare la ricerca Oltreoceano. Poi il 5 luglio del 2016 l’inchiesta si chiude: il giudice per l’udienza preliminare decide il pieno proscioglimento perché il fatto non sussiste» E se la virologa sembra essere stata completamente riabilitata dall'opinione pubblica grazie alle spiegazioni chiare e precise fornite durante l'epidemia di coronavirus, Marcucci esprime la necessità di porgere le scuse all'ex parlamentare. «Quando parliamo di mala giustizia, pensiamo a vicende come questa. A quattro anni di distanza, come italiano e come senatore della Repubblica, io mi sento di scusarmi con Ilaria Capua», ha concluso l’esponente Pd. Quando parliamo di mala giustizia, si potrebbe aggiungere, occorre fare nomi e cognomi. Come quello del dottor Capaldo, titolare dell'indagine sui presunti "trafficanti di virus" che meritò una nota di Andrea Orlando al Csm, in cui l'ex ministro della Giustizia definì la condotta del pm "immeritevole della fiducia e della considerazione di cui il magistrato deve godere". "Le parole di Marcucci, su Ilaria Capua sono assolutamente apprezzabili. C’è però una questione di metodo che non può essere elusa. Quando sulla copertina dell’Espresso apparvero le assurde accuse contro la professoressa Capua, diversi partiti oggi al governo provarono a cavalcare la tigre del giustizialismo senza riconoscerle neanche il beneficio del dubbio". A dirlo è Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia, che è tornata sulla vicenda. "Giusto ammettere l’errore commesso verso Ilaria Capua - ha detto Bergamini - ma sarebbe sbagliato non capire che è un errore che si continua a commettere ancora oggi ogni qualvolta si chiudono gli occhi di fronte al principio della presunzione di innocenza».