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Pd riparte dalle feste dell’Unità e dai circoli: lì il segretario Nicola Zingaretti ha fatto recapitare i moduli per la raccolta firme per chiedere le dimissioni di Matteo Salvini. “Troppe ombre, pochi fatti”, il motto scelto per promuovere l’iniziativa fino al 12 settembre, data in cui è stata calendarizzata la mozione di sfiducia presentata dal Pd contro il titolare del Viminale.
La scelta di campo di Zingaretti - instancabilmente ( e silenziosamente) in giro per l’Italia - diventa sempre più chiara: attaccare la Lega e strizzare l’occhio non tanto alla dirigenza, quanto all’elettorato dei 5 Stelle, attanagliati da due sentimenti confliggenti ( secondo il sondaggio del Sole 24 Ore): da un lato il fastidio verso l’alleato leghista, dall’altro la paura di tornare alle urne ( solo il 12% vorrebbe il voto anticipato). «Parlare anche a quell’elettorato che Di Maio ha portato in un vicolo cieco diventando subalterno a Salvini», ripete Zingaretti.
E la scelta della mobilitazione con la raccolta firme andrebbe proprio in questa direzione. Scelta rischiosa, però: le feste dell’Unità in giro per l’Italia sono ormai l’ombra delle manifestazioni di piazza che erano, a causa della crisi economica del partito, in particolare in Emilia Romagna ( a Ravenna si tiene la Festa dell’Unità nazionale), dove la federazione regionale ha un passivo di circa 2 milioni di euro. Come se questo non bastasse, si rifà sentire anche la minoranza interna capitanata ormai di nuovo di fatto - da Matteo Renzi.
L’ex segretario, che mal aveva digerito lo stop imposto dal Nazareno all’iniziativa sua e di Boschi per la mozione di sfiducia a Salvini da presentare subito dopo lo scoppio del Russiagate, promuove una controiniziativa gemella di quella della segreteria. i I suoi Comitati di Azione Civile «Ritorno al Futuro», infatti, hanno promosso una petizione “parallela” ( anche se sembrerebbe partita con un giorno di anticipo rispetto a quella del Pd), per chiedere le dimissioni di Salvini. «Da qui al 12 settembre vogliamo mobilitare le donne e gli uomini di buona volontà che hanno a cuore le sorti della comunità italiana e che non si rassegnano e non demordono. Chiediamo tutti insieme le dimissioni di Salvini. Facciamolo ad alta voce e senza paura: mai come in questo momento è necessario far sentire la voce di chi si oppone a un modello culturale di odio e violenza verbale», scrive Matteo Renzi, rimanendo vago.
A spiegare meglio è Luciano Nobili, renziano che plaude all’iniziativa di Zingaretti ma condivide il link per firmare quella di Renzi: «È lodevole la mobilitazione del Pd. Se magari l’avessimo fatta quando l’abbiamo chiesto a gran voce, saremmo in un altro film e lo avremmo già costretto a rispondere. Firma anche tu la raccolta lanciata da Matteo Renzi». Rimane ora il dilemma per i renziani: come comportarsi davanti allo “sdoppiamento”, visto che a tutti i dirigenti del partito viene chiesto di dare risalto all’iniziativa della Segreteria nazionale.