«Quello che è accaduto in Liguria quest'estate è stato ovviamente molto grave per me, per la mia famiglia e per la mia persona, ma è stato molto grave per la politica. Di fatto, una legislatura si è interrotta, dopo anni di intercettazioni, sulla base di un impianto accusatorio che non era poi così serrato, visto che gli stessi magistrati hanno poi derubricato una parte importante di quelle accuse». Così Giovanni Toti, ex presidente della Liguria, è tornato a parlare della vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista e che ha portato alle sue dimissioni da governatore nel luglio 2024.»

«A me è sembrato un processo ad un modo di fare politica più che un processo ad azioni singole che venivano compiute. La politica deve fare una profonda riflessione sulle leggi che riguardano la giustizia, una riflessione che io al momento vedo molto flebile», ha aggiunto.

A Parma, durante la presentazione del suo libro Confesso, ho governato, Toti ha affrontato anche il tema del ddl Nordio, sottolineando che «il ministro sembra essere l'unico a crederci veramente», mentre in Forza Italia «la spinta è calata molto dopo la scomparsa del presidente Berlusconi». Sul proprio futuro, Toti ha escluso un ritorno in politica attiva: «Dopo 9 anni da governatore, dopo l'esperienza da europarlamentare, credo che un momento di riflessione per sé stessi serva».

«Nel nostro Paese - ha proseguito Toti - la politica ha perso molta forza. E non parlo solo del rapporto con la giustizia, ma anche per quanto riguarda le leadership. Non si può andare al governo solo perché si urla di più, bisogna andare al governo per fare qualcosa che sia realmente utile per le generazioni future, anche quando può risultare doloroso. Il governo Meloni sta facendo di più rispetto agli altri esecutivi che ho visto. Ha tenuto una posizione di equilibrio sui conti pubblici, sul sostegno all'Ucraina, sul sostegno al diritto di difendersi di Israele. Quello che oggi manca al governo Meloni sono le riforme di sistema. Dalla sanità all'istruzione, occorre ripartire dal merito, parola che hanno inserito anche nel nome di un ministero. Speriamo che mettano in pratica questo principio nella seconda parte della legislatura. Lo sta facendo Musk negli Stati Uniti, che ripete di voler assumere giovani che siano disposti a lavorare almeno 60 ore a settimana. Io lo trovo giusto».

Toti ha ricordato il momento più complicato della sua vicenda giudiziaria, quando «dovevamo capire quali fossero le accuse. Mi sono chiesto cosa avessi fatto di male e quali atti non avrei dovuto produrre. Fino a quando abbiamo scoperto che registrare i soldi ricevuti da un contributore in campagna elettorale, o anche solo il fatto di parlarci, rappresentava già l'elemento costitutivo del reato di cui mi stavano accusando».

Sull'impresa privata, Toti ha osservato: «Penso che l'impresa privata rappresenti un grande valore aggiunto per il nostro Paese e la politica abbia il dovere di sostenerla». Infine, ha espresso amarezza per la scarsa solidarietà ricevuta dai vertici dei partiti nazionali, ad eccezione di «rari casi come il ministro Salvini, il ministro Crosetto e il ministro Nordio».