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Dopo l’exploit delle amministrative, soffia il vento in poppa a Forza Italia. Qualcuno ne dubitava, ma alla fine i sondaggi di Silvio Berlusconi sono risultati vincenti. E ora, inizia la fase due: il Cav ci lavora da mesi, sottotraccia rispetto ai suoi generali azzurri in smania di riconferma. Berlusconi è convinto che per rilanciare Forza Italia, la ricetta migliore è quella del 1994 ( soprattutto se l’ipotesi di una legge elettorale con collegi uninominali tornasse all’ordine del giorno): quarantenni freschi e rampanti, venuti dai territori, capaci di stare davanti alle telecamere. Del resto, il buon esito delle amministrative di domenica non fa che confermare la “bontà” del bacino da cui pescarli: i tanti comuni, piccoli e medi, in cui Forza Italia ha consolidato la sua ormai ventennale presenza. Una prospettiva allettante per molti e che sgomenta altret- tanti: i veterani, con alle spalle tre o anche quattro legislature sotto l’egida forzista, sanno che il Cav non è nuovo a colpi di mano e azzeramenti e anche che la pazienza del leader è stata messa a dura prova nell’ultimo periodo. La lista di nomi sarebbe già bella e pronta, frutto di un accurato “scouting” sul territorio ( «veri e propri casting, come per la tv», sbottano alcuni): in pole position ci sarebbero il sindaco di Perugia Andrea Romizi, avvocato trentottenne che spezzò l’egemonia di sinistra nella città umbra candidandosi nel 2014 nonostante le resistenze dei notabili locali; Federica De Benedetto, imprenditrice leccese under 30, che porta in dote oltre 20mila voti presi alle Europee; Gianpiero Zinzi, quarantenne campano.
Insomma, il profilo è quello di giovani legati al territorio, non digiuni di politica ma nemmeno sporcati dai veleni romani, che si siano fatti notare per intraprendenza e capaci di funzionare davanti alle telecamere. Del resto, le prime avvisaglie di allarme per i generali erano suonate quando Berlusconi aveva mostrato evidente insofferenza nel vedere sempre i soliti nomi a perorare la causa forzista nel talk show. Un malcontento sottile che non era passato inosservato e che adesso, con la fantomatica lista di nomi nuovi consegnata sulla scrivania del Cav, potrebbe essere confermato. Anche in ottica di contrasto alla spavalderia di Salvini, che più d’una volta a citato l’anagrafe tra le ragioni della sua pretesa di leadership del centrodestra. Così potrebbe partire il contrattacco berlusconiano: sparigliare le carte, puntare su una legge che favorisca la corsa solitaria ( con il placet di Pd e M5S) e sfoderare candidati nuovi di zecca. Giovani, carini e berlusconiani prima maniera.