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Sul Milleproroghe si consuma il primo vero scontro parlamentare tra maggioranza e opposizione. A generare la bagarre in aula alla Camera, un cavillo procedurale che però diventa sostanziale e una questione tutta politica.
Sul fronte della procedura, occorre ricostruire al contrario la cronologia degli eventi: il decreto Milleproroghe arriva ieri in aula, presentato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro e su cui il governo pone la questione di fiducia. Peccato che la fiducia sia stata autorizzata dal governo ( per sua stessa dichiarazione) il 24 luglio: esattamente 24 ore prima che il decreto venisse pubblicato in Gazzetta Ufficiale e dunque avesse ottenuto la firma del Presidente della Repubblica.
Risultato: il Pd sostiene che la fiducia sia stata posta su un atto inesistente al momento dell’autorizzazione e insorge, sollevando una questione di legittimità. Il primo a notare l’errore è Roberto Giachetti, che sottolinea come il testo del decreto sia nel frattempo cambiato sostanzialmente, «sul tema vaccini re volte ed è stato modificato anche su altro, per cui la fiducia autorizzata dal Consiglio dei Ministri non può riferisi al testo in esame». La tesi dei dem è chiara: il Cdm ha votato la fiducia su un testo che poi è cambiato in molti punti e che non era ancora stato firmato dal Capo dello Stato, dunque è illegittimo. La tesi, però, non intacca lo svolgimento dei lavori: «La fiducia è un atto politico del governo e la presidenza non può assolutamente sindacare la decisione del governo. La fiducia è legittimamente posta», ha tagliato corto la presidente di turno, la grillina Maria Edera Spadoni. A quel punto tra i banchi dei dem, Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono levati cori di “vergogna, vergogna” e il Pd ha occupato i ban- chi dell’emiciclo per protesta ( senza però sedersi a quelli riservati al governo). Il gruppo Pd alla Camera non ha usato mezzi termini, definendo quanto accaduto «un atto eversivo», soprattutto vista la ripresa dei lavori d’Aula al termine della conferenza dei capigruppo, convocata per stabilire il calendario del voto come se nulla fosse. «Un atteggiamento non solo immegittimo ma che fa carta straccia della Costituzione e delle regole dell’Aula» . Lapidario è stato il commento di Alessia Morani, membro della presidenza del gruppo Pd alla Camera: «La questione di fiducia appena posta da Fraccaro è illegittima. Abbiamo chiesto l’intervento del Presidente della Camera perchè è inaudito quello che sta succedendo. Non è mai successo prima. Mai». Sulla stessa linea anche Emanuele Fianco, che ha parlato di «un atto di grandissima arroganza molto pericoloso. Il tasso di concezione proprietaria delle istituzioni di questo governo si è già innalzato al massimo in spregio dei diritti delle opposizioni».
La questione si è chiusa dopo la conferenza dei capigruppo con il presidente della Camera, Roberto Fico, per discutere della questione di legittimità posta dal Pd. «Il presidente Fico ha ribadito che la procedura interna al Cdm per stabilire l’autorizzazione alla fiducia è una procedura che non riguarda la Camera», ha spiegato Rosato al termine della riunione. Sul versante politico, invece, i parlamentari del Partito democratico soprattutto di ala renziana puntano al collo il Governo: «Dicevano: “Renzi umilia il Parlamento per il ricorso alla fiducia”, ed ora, nonostante abbiano molti più voti di noi in Parlamento, alla prima occasione utile, il governo M5SLega mette la fiducia alla Camera sul Milleproroghe. Siete dei pinocchi», è l’affondo del presidente del gruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci. Non solo questo, però. I dem hanno stigmatizzato la scelta di porre la fiducia anche perchè il loro gruppo aveva «proposto il ritiro di tutti i nostri emendamenti e di discutere esclusivamente del tema dei vaccini e del tema delle periferie, visto che c’era stato un incontro tra il presidente del Consiglio e l’Anci» ha spiegato il presidente dei deputati Pd, Graziano Delrio, «Volevamo discutere insieme su come migliorare il provvedimento ma la maggioranza è chiusa a ogni dialogo e ha assunto un atteggiamento incomprensibile e illegittimo».
La bagarre d’Aula provocato dallo scivolone tecnico del governo ha provocato lo slittamento del question time del premier Conte, ma la roadmap del Milleproroghe è stata fissata: oggi a partire dalle 15 si svolgeranno le dichiarazioni dei gruppi sul voto di fiducia, con le dichiarazioni di voto e il voto finale previsti entro venerdì.