Le dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, hanno acceso una feroce polemica politica, mettendo in difficoltà il governo Meloni. In un’intervista a Il Foglio, il sottosegretario ha espresso forti riserve sulla riforma della giustizia voluta dal ministro Carlo Nordio, sostenendo che la creazione di un Consiglio Superiore della Magistratura separato per i pubblici ministeri sarebbe «un errore strategico» destinato a ritorcersi contro la magistratura stessa.

«I pm, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L'unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta», ha dichiarato Delmastro, ridimensionando drasticamente l’impatto della riforma voluta dal Guardasigilli.

Le parole del sottosegretario hanno innescato una serie di reazioni a catena, tra tentativi di smentita, critiche da parte della maggioranza e attacchi durissimi dall’opposizione.

Delmastro si difende: «La riforma è ottima, non c’è spaccatura»

Dopo il polverone sollevato dalle sue parole, il sottosegretario ha provato a correggere il tiro con una nota ufficiale: «Oggi un articolo di giornale ha esasperato il significato dei ragionamenti che ho fatto, nel corso di un colloquio informale, sulla riforma della giustizia. Ribadisco che l'impianto della riforma è ottimo, ribadisco che nella maggioranza c'è assoluta condivisione delle misure messe in campo. Ribadisco che proseguiremo speditamente per approvare la riforma il prima possibile».

Delmastro ha cercato di ridimensionare le sue stesse affermazioni, sottolineando che in fase di stesura della riforma c’era stato un confronto tra due opzioni – un Csm unico o due separati – e che alla fine si è giunti a una soluzione condivisa. «Ogni altra ricostruzione è una forzata distorsione della realtà», ha concluso.

La maggioranza prende le distanze

Nonostante il tentativo di chiarimento, il terremoto politico è ormai innescato. All’interno della stessa maggioranza, diversi esponenti di Forza Italia hanno espresso disappunto per le dichiarazioni di Delmastro.

«Io rispetto le posizioni di tutti, ma questa di Delmastro è una posizione incomprensibile e indecifrabile», ha commentato Tommaso Calderone, capogruppo di FI in Commissione Giustizia alla Camera. «Si tratta di un ddl governativo che è già stato votato. Noi andiamo avanti, se Delmastro ha dei dubbi sulla riforma della separazione delle carriere, è un problema suo».

Dello stesso avviso il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi: «La riforma l'abbiamo votata tutti insieme, abbiamo deciso di andare avanti e anzi accelerare per arrivare a un'approvazione rapida e veloce, quindi ora si deve solo procedere speditamente. Quelle di Delmastro sono considerazioni personali, la maggioranza è compatta e coesa».

L’opposizione all’attacco: «Governo nel caos»

Dall’opposizione, le parole di Delmastro sono state accolte come la conferma di una spaccatura interna al governo.

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha commentato con sarcasmo su X: «Oggi Delmastro dice che la riforma della giustizia presentata da Nordio fa schifo. Stesso governo, stesso partito, stesso palazzo, eppure dicono l’uno il contrario dell’altro. Tutto bellissimo, davvero. La domanda è: che fa oggi la Meloni? Fa dimettere Nordio, che ha fatto la riforma, o Delmastro, che dice che la riforma fa schifo?».

Enrico Borghi, vicepresidente di Italia Viva al Senato, ha rincarato la dose: «Quelle che dovevano essere le madri di tutte le battaglie stanno diventando l’esempio della sterilità e dell’incapacità politica ed istituzionale del governo Meloni e della sua maggioranza».

Duro anche il giudizio di Anna Ascani, vicepresidente della Camera per il Pd: «Siamo oltre la crisi interna, siamo allo svilimento delle istituzioni. Le dimissioni sono doverose. Di uno dei due. O di entrambi».

M5S: «Ora il governo fermi la riforma»

Per il Movimento 5 Stelle, le dichiarazioni di Delmastro confermano i timori di un’ingerenza politica sulla magistratura.

«Che l'intento del governo fosse quello di collocare i pubblici ministeri in qualche modo sotto le direttive della politica lo avevano già confessato il ministro Nordio, in molte occasioni, e i capigruppo della Lega e di Fdi Molinari e Malan. Oggi sulle pagine de Il Foglio arriva l'ammissione limpida e argomentata del sottosegretario Delmastro, che spiega chiaramente quello che noi abbiamo già detto fino allo sfinimento: il governo Meloni punta a cancellare l'autonomia delle procure togliendo loro il potere di direzione delle indagine e/o sottoponendole esplicitamente alle direttive della politica». Lo dicono i rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D'Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato.

«Delmastro dice: con la riforma sulla separazione delle carriere 'o si va fino in fondo e si porta il pm sotto l'esecutivo, come avviene in tanti Paesi, oppure gli si toglie il potere di impulso sulle indagini. Quando un pm non dovrà neanche più contrattare il suo potere con i giudici in un solo Csm, prima ancora di divorare i politici andrà a divorare i giudici, che hanno il terrore di questa roba' - proseguono -. Delmastro parla di quella eterogenesi dei fini che abbiamo evidenziato, insieme a tanti esperti della materie, innumerevoli volte: staccando i pubblici ministeri dalla cultura della giurisdizione si creerebbero dei superpoliziotti che dovrebbe inquietare, e non rassicurare, i garantisti veri o presunti».

«E quindi ecco la verità finale: l'approdo sarà quello di mettere le procure sotto la frusta della politica, così da addomesticarle e renderle innocue per alcuni. Immaginiamo che oggi arriverà un goffa smentita ma la verità ormai l'hanno capita tutti», concludono gli esponenti del M5s.

«A questo punto invitiamo il sottosegretario e deputato Andrea Delmastro a votare con noi la mozione di sfiducia al ministro Nordio visto che lo ha del tutto sconfessato e delegittimato. Dopo l’esposizione fatta oggi sul Foglio del suo reale pensiero sulla separazione delle carriere, e cioè che è un provvedimento tutto sbagliato che inevitabilmente cancellerà l'autonomia e l'indipendenza della magistratura e la collocherà sotto i comandi della politica, la coerenza gli impone una totale presa di distanza dal ministro che rivendica con orgoglio la paternità della contro-riforma della Giustizia». Così la capogruppo M5S in commissione Giustizia alla Camera Valentina D'Orso.

«Dopo le incredibili parole del sottosegretario Delmastro che abbiamo letto sul quotidiano Il Foglio, governo e maggioranza devono immediatamente fermare l'esame del disegno di legge sulla separazione delle carriere in commissione al Senato. Il sottosegretario alla Giustizia ha totalmente smentito e delegittimato il progetto presentato dal suo ministro Nordio e che lo stesso Delmastro ha sempre elogiato pubblicamente, evidentemente mentendo e per pura propaganda nonché per tornaconto politico. D'altra parte mi sento di dover dare pienamente ragione a Delmastro che in uno slancio di sincerità ha ammesso che con la separazione delle carriere le procure non potranno che finire sotto le direttive e i desiderata della politica e in particolare del governo di turno, demolendo così la separazione dei poteri. Apprezzata questa parentesi di sincerità, chiediamo al governo un sussulto di dignità e decenza, oltre che di amore per la famosa Nazione di cui tanto si riempiono la bocca: fermi quel disegno di legge che demolirebbe la giustizia italiana, come dice anche Delmastro». Così la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5s al Senato e capogruppo in commissione Affari Costituzionale.

Cosa succede ora?

Il caos scatenato dalle dichiarazioni di Delmastro potrebbe avere ripercussioni sulla tenuta della maggioranza e sulla tempistica della riforma della giustizia. Il ministro Nordio non ha ancora replicato pubblicamente, ma fonti interne parlano di grande irritazione per l’uscita del sottosegretario