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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (dx) e il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove
Le dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove (Fratelli d’Italia) sulla riforma Nordio hanno scatenato un terremoto politico. In un’intervista a Il Foglio, Delmastro ha espresso un giudizio tranchant sulla riforma voluta dal ministro Carlo Nordio, affermando che la creazione di un Consiglio Superiore della Magistratura separato per i pubblici ministeri sarebbe «un errore strategico» destinato a ritorcersi contro la magistratura stessa.
«I pm, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L'unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta», ha dichiarato Delmastro, smontando di fatto il principale intervento del Guardasigilli.
Le parole del sottosegretario hanno immediatamente suscitato reazioni politiche fortissime, soprattutto dall’opposizione, che ha colto l’occasione per evidenziare una frattura interna all’esecutivo.
Italia Viva attacca: «Delmastro ha sfiduciato Nordio, chi si dimette?»
A prendere la parola è stata Raffaella Paita, capogruppo di Italia Viva al Senato, che ha chiesto un intervento immediato della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Le incredibili parole di Delmastro sulla riforma della giustizia voluta dal suo ministro rendono politicamente impossibile la permanenza di entrambi in via Arenula: chi se ne va per primo dei due?», ha dichiarato Paita.
Secondo la senatrice, il sottosegretario avrebbe sfiduciato di fatto il proprio ministro, smontando l’intero impianto della riforma e creando un corto circuito istituzionale. «Delmastro ha demolito l’obiettivo parlamentare più importante di Nordio, rendendo impossibile qualsiasi collaborazione tra i due. Ha calpestato ogni regola della politica. O se ne va Nordio, o se ne va Delmastro. Meloni sotto quale giacca sei nascosta?», ha aggiunto, ironizzando sull’imbarazzo che questa frattura potrebbe creare all’interno del governo.
Anche il Pd chiede un passo indietro
Non solo Italia Viva, anche il Pd invoca un passo indietro del sottosegretario alla Giustizia. «Delmastro delle Vedove non doveva essere nominato sottosegretario alla Giustizia. Non era all'altezza. E lo hanno confermato questi oltre due anni a via Arenula, in cui ha operato con scarsissimo senso dello Stato, con una visione lontana dai principi costituzionali», Lo affermano in una nota la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.
«Ma quanto uscito stamattina sul Foglio, quelle dichiarazioni che demoliscono la cosiddetta riforma Nordio sulla giustizia e la separazione delle carriere rivelano una crisi irreparabile nei rapporti con il ministro. Il quale - concludono - farebbe un gesto di dignita' se se ne andasse. Ma in ogni caso Delmastro non dovrebbe restare un minuto di piu'. Per un minimo di decoro».
Un nuovo fronte di tensione nel governo?
Le dichiarazioni di Delmastro non sono solo un attacco frontale alla riforma Nordio, ma anche un segnale di possibili divisioni interne alla maggioranza sulla gestione della giustizia.
Il tema della separazione delle carriere e della creazione di un Csm autonomo per i pm è uno dei punti più delicati della riforma. Se da un lato Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto la necessità di una magistratura più indipendente dall’autogoverno delle toghe, dall’altro la frattura tra Delmastro e Nordio evidenzia un conflitto su come strutturare questo cambiamento senza minare gli equilibri tra potere giudiziario ed esecutivo.
Al momento, da parte di Giorgia Meloni e del ministro Nordio non sono arrivate repliche ufficiali.