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Parlamento
Ultimo giorno di seduta ieri per la Camera, peraltro in un’Aula già deserta. Giovedì ha chiuso i battenti per le vacanze estive il Senato. Tre settimane di ferie (qualche giorno in meno per i parlamentari che dovranno rientrare a Roma il 24 agosto per le sedute delle commissioni) in vista di una ripresa a settembre che, per maggioranza e governo, già si preannuncia “bollente”, con tanti dossier rinviati e diversi nodi da sciogliere.
Al di là dei provvedimenti di più stretta competenza governativa, toccherà soprattutto al Parlamento affrontare questioni non poco spinose, rinviate appunto a settembre per evitare spaccature e incidenti di percorso per la maggioranza. Si va dalla legge elettorale alle nuove norme contro l’omofobia, dal conflitto di interessi alle modifiche dei decreti Sicurezza, passando per le proposte di legge sulla cittadinanza, la riforma dello sport e la separazione delle carriere dei magistrati.
A settembre, poi, il governo e il Parlamento saranno chiamati a sbrogliare la matassa del Mes, con le divisioni interne ai giallorossi rimaste intatte. E, soprattutto, entrerà nel vivo la partita sul Recovery Fund. Per non parlare dei decreti ancora da convertire: quello che proroga l’emergenza al 15 ottobre, il dl Semplificazioni e il dl Agosto, che sarà incardinato al Senato il prossimo 18 agosto ( l’Aula è già convocata).
Insomma, la carne al fuoco è già molta, per un mese che potrebbe segnare anche le sorti della della stessa maggioranza, con le Regionali e il referendum costituzionale sul taglio degli eletti che si svolgeranno il 20 e 21.
Sulla legge elettorale si registra un vero e proprio stallo: il testo, frutto dell’accordo siglato dalla maggioranza lo scorso gennaio sul proporzionale con soglia di sbarramento al 5%, sarebbe dovuto approdare in Aula a fine luglio. Ma lo stop imposto da Italia viva, che ha disconosciuto l’accordo, le richieste di modifica alla soglia avanzate da Leu e la netta contrarietà del centrodestra hanno bloccato la riforma. Se ne riparlerà a settembre, quando il Pd tornerà a chiederne la calendarizzazione in Aula, per incassare il via libera di Montecitorio prima del referendum sul taglio degli eletti. Una tempistica che, al momento, appare di difficile realizzazione. Rinviato a settembre anche il testo sul conflitto di interessi. Stessa sorte alle norme contro l’omofobia: il testo unificato è approdato in Aula a inizio agosto, dopo aver subito alcuni rinvii. Una mediazione interna alla maggioranza sulle modifiche da apportare ha sciolto diversi nodi, ma resta la netta contrarietà delle opposizioni, pronte a dare battaglia con una valanga di emendamenti. Se ne riparlerà a settembre anche delle modifiche ai decreti sicurezza.