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Evitare un’altra Emilia Romagna. O un’altra Calabria. Sembra questo il monito che spinge Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 Stelle, a prendere tempo prima di chiedere un parere a Rousseau sulle alleanze regionali. Così, il vertice di ieri, convocato per decidere il percorso grillino in Liguria, si è concluso in un nulla di fatto. Tutto rinviato a domenica, quando a Genova verranno convocati in assemblea gli attivisti per sondarne gli umori. Rimandata anche, a data da destinarsi, la discussione sull’altro dossier bollente nelle mani del reggente: la Campania. In entrambe le regioni il Movimento si presenta lacerato: da una parte i parlamentari, in larga maggioranza favorevoli a un accordo del Pd, dall’altra gli iscritti, diffusamente ostili a una riproduzione della coalizione governativa in salsa locale. Ma se in Campania la frattura appare insanabile, nonostante gli sforzi del presidente della Camera, Roberto Fico, di posizionare il partito nel campo progressista in maniera organica, in Liguria l’abbraccio coi dem potrebbe non essere impossibile. I l nome di Ferruccio Sansa - giornalista del Fatto quotidiano e figlio di Adriano, già sindaco di Genova per il centrosinistra dal 1993 al 1997 - come possibile candidato civico della coalizione giallo- rossa non dispiace affatto a molti grillini liguri. Unico scoglio da aggirare: Alice Salvatore, capogruppo M5S in Consiglio regionale, già incoronata aspirante governatrice dal voto online degli iscritti. È lei, molto forte sul territorio, una delle più convinte sostenitrici della corsa solitaria. E dopo aver ascoltato facilitatori regionali ed eletti liguri nella Sala Tatarella del Palazzo dei Gruppi di Montecitorio, a Vito Crimi non resta che prendere altro tempo, ignorando il documento sottoscritto da sei parlamentari liguri su otto e da due consiglieri regionali su quattro, in cui si chiedeva la consultazione immediata della base. La decisione manda su tutte le furie il senatore genovese Mattia Crucioli, che si sfoga su Facebook: «Proprio nel momento in cui il Movimento avrebbe avuto maggior bisogno di interrogare i propri iscritti su Rousseau per prendere le proprie decisioni velocemente e democraticamente, si è deciso di non decidere», scrive Crucioli, favorevole a un «progetto civico per la Liguria», con il coinvolgimento del Pd. Ed è proprio dal Nazareno che si fanno sentire forti le pressioni sull’alleato per estendere il patto anche a livello locale. Perché la Liguria è contendibile e una vittoria in una regione del Nord manderebbe in tilt la macchina salviniana. «Noi insistiamo, non facciamo un regalo a Toti», dice il vice segretario del Pd, Andrea Orlando. «Ai 5 stelle diciamo, patto civico, scegliamo insieme un candidato. Non abbandoniamo la nostra regione al declino, all’invecchiamento e alla colonizzazione». Per Vito Crimi il primo vero test da capo politico.