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«Lunedì ci ritroveremo con i ministri per approvare il budget del Recovery Fund con tutti gli appostamenti. Dopo le 6 linee guida già condivise con il Parlamento, approfondiremo anche la sessantina di progetti che hanno superato il vaglio preliminare e che sono ormai in dirittura finale. Li raggrupperemo in 17 clusters. Esprimeranno una chiara visione del Paese. Raccogliamo anche le raccomandazioni della Commissione europea che condividiamo pienamente: individuano carenze strutturali del Paese, che dobbiamo assolutamente superare per marciare nella fascia di testa dell’Unione Europea». Così, in un’intervista a la Repubblica, il premier Giuseppe Conte, spiegando che «approveremo anche la struttura di governance con coordinamento presso la Presidenza del Consiglio». Quanto ai progetti «li abbiamo selezionati con l’obiettivo di rendere il Paese, al contempo, più competitivo e più inclusivo». Quanto alla riforma del Mes, Conte osserva che «abbiamo ereditato il Mes dai precedenti esecutivi. Abbiamo offerto un contributo importante alla sua riforma, evitando che venissero inseriti meccanismi automatici di ristrutturazione del debito, e pretendendo l’introduzione di misure di sostegno al sistema bancario e di migliore articolazione delle azioni collettive. È un fatto, non una mia considerazione personale, che il Mes non goda di grande appeal. Sta per iniziare la Conferenza sul futuro dell’Ue e proporrò in quella sede di riconsiderare in modo più radicale la sua struttura e la sua funzione. L’Italia potrà essere protagonista di una proposta innovatrice che porti a superare la sua natura di mero accordo intergovernativo». Il premier dice di non temere un voto negativo il 9 dicembre «perché il voto non sarà sull’attivazione del Mes ma su alcune sue modifiche che, grazie anche al contributo dell’Italia, sono servite a migliorare un meccanismo già esistente dal 2012. Quanto alla posizione del M5S «non vedo delle pulsioni anti-Ue» e «l’indirizzo del Movimento è chiaro: offrire un contributo critico al miglioramento dell’Europa», dice Conte che, sulla minaccia di Fi di votare no al Mes chiosa: «Non costruisco le fortune del governo sui comportamenti di una forza di opposizione. Certamente continuerò a mantenere aperto un tavolo di confronto con le forze politiche, che, anche dall’opposizione, vorranno dare un contributo in ragione della fase drammatica che stiamo vivendo».