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Matteo Renzi torna sul caso Consip e lo fa senza mezze misure: «Si continuano a fare gli show in Aula e sui giornali per una presunta fuga di notizie, per un presunto concorso esterno in traffico di influenze. Sono sempre le stesse notizie, che ritirano fuori ciclicamente ogni tre mesi. Ma noi continuiamo a domandare: non vi fa accapponare la pelle l’ipotesi che siano state costruite prove false contro esponenti delle Istituzioni? Questo è il punto. Vogliamo la verità. Se poi fosse possibile averla presto, ancora meglio», ha scritto il segretario dem nella sua Newsletter agli iscritti.
«Arriverà il giorno in cui qualcuno dovrà portare le prove, no? Possibilmente vere, non costruite a tavolino. Li aspetteremo con pazienza». Come a dire: vi scandalizzate di ipotesi di reato più presunte che fondate e non battete ciglio di fronte ai depistaggi di “Capitan Riscrivo” Gianpaolo Scarfato e del pm Henry John Woodcock. Intanto, la Prima Commissione del Csm inizia i lavori per accertare se nel filone napoletano dell’inchiesta, di cui sono titolari i pm Henry John Woodcock e Celestina Carrano, siano state commesse irregolarità.
Strabismo politico, per non dire cattiva fede. Matteo Renzi torna sul caso Consip, dopo le fiamme in Parlamento. «Si continuano a fare gli show in Aula e sui giornali per una presunta fuga di notizie, per un presunto concorso esterno in traffico di influenze. Sono sempre le stesse notizie, che ritirano fuori ciclicamente ogni tre mesi. Ma noi continuiamo a domandare: non vi fa accapponare la pelle l’ipotesi che siano state costruite prove false contro esponenti delle Istituzioni? Questo è il punto. Vogliamo la verità. Se poi fosse possibile averla presto, ancora meglio», ha scritto il segretario dem nella sua Newsletter agli iscritti.
Come a dire: vi scandalizzate di ipotesi di reato più presunte che fondate e non battete ciglio di fronte ai depistaggi di “Capitan Riscrivo” Gianpaolo Scarfato e del pm Henry John Woodcock. «Arriverà il giorno in cui qualcuno dovrà portare le prove, no? Possibilmente vere, non costruite a tavolino. Li aspetteremo con pazienza». Un riassestamento della linea di difesa del Pd e una strisciante tirata d’orecchie ai suoi parlamentari, che ieri durante la discussione al vetriolo non hanno nemmeno abbozzato questa linea di contrattacco, ma soprat- tutto una stilettata al Movimento 5 Stelle.
«Dai tempo al tempo e vedremo se quelli che ci facevano la predica urlando "Onestà, onestà" fuori dai palazzi riusciranno a provare la loro innocenza nelle aule di tribunale: cosa che ci auguriamo di cuore, per loro e per l’Italia. Perché noi siamo per la giustizia non per il giustizialismo. Perché noi siamo garantisti sempre, non a giorni alterni», è il monito di Renzi nel day- after dell’avviso di conclusione indagini alla sindaca pentastellata Virginia Raggi, dopo l’ennesimo attacco sul blog di Beppe Grillo: «Nell’inchiesta Consip c’è tutto il doppiopesismo e l’ipocrisia di Matteo Renzi e del Pd. Renzi prima ha piazzato uno dei suoi uomini a capo della Consip, Luigi Marroni, e poi lo ha scaricato quando questo è diventato il principale accusatore del suo braccio destro Luca Lotti e del padre Tiziano e testimone scomodo di un’inchiesta che sta facendo tremare l’intero Giglio Magico».
Se in Parlamento il caso Consip fa ancora tremare i muri, la giustizia del Csm sta iniziando i suoi corso. E’ in avvio, infatti, il lavoro della Prima Commissione per accertare se nel filone napoletano dell’inchiesta, di cui sono titolari i pm Henry John Woodcock e Celestina Carrano, siano state commesse irregolarità che rientrino nella sfera di competenza disciplinare dell’organo di autogoverno della magistratura. Già domani la Commissione, presieduta dal laico del Pd Giuseppe Fanfani e competente sui trasferimenti d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale dei magistrati, si riunirà per una prima discussione.
Su sollecitazione del Comintato di presidenza, inoltre, la Commissione dovrà riprendere in mano anche il fascicolo aperto ormai da due anni su un’altra inchiesta dei pm napoletani, quella su Cpl Concordia, per verificare se anche in quel caso ci siano state responsabilità dei magistrati dietro la pubblicazione sui giornali di un colloquio intercettato tra il generale Adinolfi e l’allora premier Renzi. Parallelamente, il procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo - che ha già avviato l’azione disciplinare nei confronti di Woodcock per dichiarazioni riportate da Repubblica - prosegue i suoi accertamenti preliminari su altri aspetti dell’inchiesta Consip, segnata da fughe di notizie e dai falsi contestati al capitano del Noe, Scafarto. Una matassa difficilmente sbrogliabile, che minaccia di scaldarsi nella canicola agostana.