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Le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono alle spalle, l’Italia è tornata con il proprio carico di 40 medaglie, il bottino più ampio di sempre, ma con esso è tornata anche la discussione sullo Ius Soli, dopo le parole del presidente del Coni, Gianni Malagò, che ritiene «necessaria» la cittadinanza italiana per meriti sportivi agli atleti nati in Italia che non abbiano ancora compiuto 18 anni.
Dallo Ius soli "sportivo" a quello tutto tondo
Ben presto, tuttavia, dalla questione Ius soli “sportivo” si è passati al dibattito sullo Ius soli a tutto tondo, con i partiti di area centrosinistra che spingono per la sua approvazione, sostenuta anche dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. Dall’altro, tutto il centrodestra, dalla Lega a Fratelli d’Italia, passando per Forza Italia, respingono al mittente la proposta, spingendo sul fatto che il governo Draghi è nato per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica e non per redimere questione divisive come, ad esempio, il ddl Zan o lo stesso Ius soli.
Ius soli, no del centrodestra
«Siamo il paese europeo che concede più cittadinanze con la normativa vigente - ha commentato il leader della Lega, Matteo Salvini - Non si capisce perché il Pd abbia questa priorità: le mie priorità sono la salute, il lavoro e la scuola, sicuramente non lo ius soli o la legge elettorale». Ma dopo che il segretario del Pd, Enrico Letta, ha chiesto che si apra la discussione in Parlamento, la porta è stata sbarrata dalla presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che di cittadinanza per i figli di stranieri nati in Italia proprio non vuol sentire parlare.
«Dopo le Olimpiadi, la sinistra torna alla carica sullo Ius soli ma per Fratelli d'Italia non esiste alcun margine di trattativa su questa proposta insensata e puramente ideologica, che nulla ha a che fare con i reali problemi dell'Italia e degli italiani - commenta Meloni sui social - Trovo anzi surreale e vergognoso che in una fase così delicata e complicata per cittadini e imprese, la sinistra al governo abbia queste priorità. Torneranno mai in contatto con la realtà?».
Sulla stessa lunghezza d’onda Forza Italia, che con il senatore Maurizio Gasparri anzi rilancia. «Se la legge dovesse essere rivista è in senso più restrittivo, non per introdurre in qualsiasi forma diretta o surrettizia lo Ius soli - spiega l’esponente azzurro - È davvero incredibile e sorprendente questa inutile e fuorviante discussione estiva e non c'è nessuna possibilità di avviare una discussione di questo tipo nel prossimo Parlamento, certamente a maggioranza di centrodestra».
L'apertura del centrosinistra
Ma la discussione si annuncia rovente, con un Parlamento spaccato e Iv, Movimento 5 Stelle, Pd e sinistra decise a portare in Aula un qualche tipo di testo sul tema. «I ragazzi nati in Italia, cresciuti in Italia, che hanno studiato e vissuto in Italia sono italiani - spinge Gennaro Migliore, deputato di Italia Viva - Noi lo diciamo da tempo e oggi ( ieri, ndr) sono contento che Lamorgese lo rilanci». La ministra è stata pesantemente criticata da Salvini, che l’ha giudicata «assente e confusa» e da Fratelli d’Italia, per bocca della vice capogruppo alla Camera, Wanda Ferro, che l’ha definita «perfetta per un governo incapace».
Il governo si è schierato in sua difesa, con il sottosegretario agli Esteri, il renziano Ivan Scalfarotto, che parla di «spiccata sensibilità» e di «capacità non comune di cogliere il necessario punto di caduta». Ma a dimostrazione della diversità di veduta anche in senza all’esecutivo ci sono le parole del leghista Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno e di fatto numero due di Lamorgese. «Marcell Jacobs, vincitore alle Olimpiadi, è la negazione vivente dello Ius soli: è nato in Texas da una madre italiana, si tratta di Ius sanguinis non Ius soli - ragiona l’esponente del carroccio - Le medaglie delle Olimpiadi ci confermano che siamo nel giusto e la Lega è garanzia che la legge sulla cittadinanza non si cambia».
La posizione della Boldrini
Al contrario, convinti della necessaria approvazione dello Ius soli è la sinistra dem, con l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini che chiede di purare il testo in Parlamento. «Nascono qui, studiano con i nostri figli, condividono la cultura italiana: perché non possono essere cittadini? - si chiede Boldrini - La legge sulla cittadinanza del ' 92 è anacronistica, la società è cambiata e il Parlamento ne tenga conto». D’accordo anche Sinistra italiana, per bocca del segretario Nicola Fratoianni, che spiega però di «volere i fatti».