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La spaccatura del Plenum del Csm sulla collocazione fuori ruolo del giudice napoletano Roberto Rustichelli, da questa settimana presidente “effettivo” dell’Antitrust dopo un tormentato dibattito a Palazzo a Marescialli, ha riaperto la discussione sulle toghe destinate a funzioni non giudiziarie. Il tema non è nuovo. Anzi. Nell’ultima tornata elettorale per il rinnovo del Csm è stato anche oggetto di un accesso confronto fra i vari gruppi associativi della magistratura. Due le correnti di pensiero. Da un lato chi non è contrario in maniera preconcetta, ritenendo questo genere di incarichi comunque fonte di crescita professionale, e dall’altro chi ritiene che la inevitabile vicinanza con la politica sia lesiva per l’immagine di terzietà ed imparzialità del magistrato.
Il “fuori ruolo” è disciplinato da una legge del 2008 che fissa in 200 il numero massimo di toghe destinate alle funzioni non giudiziarie. Quindi presso i dicasteri, Palazzo Chigi, le authority. Prima di essere collocati fuori ruolo, è necessario un parere del Consiglio giudiziario della sede di appartenenza e una delibera dell’Organo di autogoverno. Viene valutata la professionalità della toga ed il positivo ritorno d’immagine per la magistratura rispetto all’attività che questa andrà a svolgere. La durata massima del fuori ruolo è fissata, dopo la legge Severino del 2012, in dieci anni anche non continuativi.
Su questo aspetto temporale a breve partirà un “monitoraggio” del Csm. Alcuni magistrati, infatti, pare abbiamo superato abbondantemente il limite decennale. A tal proposito si ricorderà il caso dell’allora direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Giovanni Kessler. Il magistrato trentino era stato lontano dalla giurisdizione per ben 18 anni. Molti gli incarichi ricoperti: vice capo della Kosovo verification mission dell’Osce, parlamentare dell’Ulivo nella XV legislatura, Alto commissario per la lotta alla contraffazione, presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, direttore generale dell’Olaf. Ad ottobre del 2017 venne scelto dal governo Gentiloni come numero uno dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella firmò il decreto di nomina pur in assenza del provvedimento del Csm che ne disponeva il nuovo fuori ruolo.
A fine febbraio 2018 la doccia fredda: da Palazzo dei Marescialli fecero sapere che Kessler aveva esaurito tutti i bonus temporali per il fuori ruolo, invitando il magistrato ad indicare in quale ufficio giudiziario volesse tornare a svolgere le funzioni giurisdizionali. Kessler si rimise “alla scelta del Csm”: sostituto procuratore a Bolzano, posto da egli ricoperto fino al 1998, anno d'iniziò di questa girandola di fuori ruolo. Kessler, per la cronaca, rimase al suo posto fino al successivo mese di agosto, quando il governo giallo- verde decise di azzerare tutte le nomine fatte dal precedente esecutivo. Tornato in Alto Adige per qualche settimana, dal mese scorso Kessler ha però abbandonato definitivamente la toga per il vecchio amore: un incarico alla Commissione europea a Bruxelles.