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Pasquale Grasso, giudice al Tribunale di Genova, si è candidato alle elezioni suppletive di dicembre per il posto vacante a Palazzo dei Marescialli. Grasso, come si ricorderà, è stato il presidente dell’Anm quando a fine maggio scoppiò la bufera al Consiglio superiore della magistratura.
Numero uno delle toghe da poche settimane, venne travolto dal ciclone abbattutosi sulla magistratura a seguito della pubblicazione di alcuni colloqui aventi ad oggetto la nomina del nuovo procuratore di Roma votata i Commissione fra consiglieri togati e parlamentari.
Le altre correnti della magistratura misero subito nel mirino Grasso, appartenente a Magistratura Indipendente, come la maggior parte dei consiglieri, tre su cinque, presenti all'incontro con i politici. Grasso davanti alla pubblicazione dei colloqui ebbe un atteggiamento garantista. "Nessun profilo di illiceità penale in questi colloqui," disse in una intervista, invitando ad «evitare l’ipocrisia: le relazioni, soprattutto in riferimento ad incarichi particolarmente delicati, sono fisiologiche».
L’allora presidente dell’Amn chiese alla Procura di Perugia, che aveva registrato i colloqui tramite il cellulare dell’ex componente del Csm Luca Palamara, indagato per corruzione, di avere gli atti d’indagine al fine di comprendere la reale portata della vicenda. Accusato di voler minimizzare quanto accaduto, Grasso corresse il tiro, rivendicando con maggior forza “la centralità del Csm”, ma ricordando nel contempo di non «accontentarsi delle notizie di stampa».
La presidenza Grasso termino il 16 giugno, in una drammatica assemblea dell’Anm in Cassazione. Presentatosi dimissionario da Mi chiese ai magistrati di «non trasformarsi in una bestia cieca in cerca di violenza purificatrice e autoassolutoria». Non fu sufficiente: venne sfiduciato. Ora il ritorno, con il compito di aggregare i magistrati moderati.